Nato a Venezia il 13 aprile il 1951 è stato un portiere freddo e affidabile, dotato di un ottimo senso della posizione; i suoi notevoli riflessi gli valsero il soprannome Pallottola, coniato da Sandro Mazzola. Dopo le giovanili passate nella Juventina Marghera, viene acquistato nel 1966 dall’Inter, per centomila lire, approdando in prima squadra dal 1970. Esordisce nel massimo campionato l’8 novembre 1970, nel derby Milan-Inter (3-0), rimanendo in nerazzurro fino al 1983, per un totale di 382 partite di cui 281 in campionato. Con i milanesi conquista due scudetti e due Coppa Italia.
Stagione 1983/84
Nell’Estate del 1983 arriva alla Samp in una campagna acquisti che vede anche gli arrivi di Vierchowod, Pari, Galia e Marocchino. Va a sostituire Bistazzoni e Conti che si erano alternati nella stagione precedente.
Diventa subito titolare, con secondo Rosin, disputando complessivamente 39 partite tra campionato e coppa, incassando 36 reti.
Stagione 1984/85
Scende in campo in 43 partite e vince la prima storica Coppa Italia dei blucerchiati. Subisce 32 gol.
Stagione 1985/86
Sempre titolare anche nell’ultima stagione in cui gioca ben 47 partite tra campionato e coppe. Incassa 39 reti. Per la seconda stagione di fila il secondo portiere è Bocchino.
Riepilogo numerico nella Sampdoria
“Alcuni amici mi avevano fatto sapere che la Sampdoria aveva bisogno di un portiere. Con il Presidente Paolo Mantovani trovo l’accordo su tutto. Scanziani mi ha fatto conoscere l’ambiente sampdoriano, mi ha aiutato nell’inserimento. Sono cose che non dimentichi. ll presidente, da vero tifoso e grande esperto di calcio, non bada a spese per la squadra. C’era anche un giovane attaccante, veloce e dotatissimo tecnicamente che giocava con i calzini arrotolati, Vialli.
Scanziani ed io diventiamo punti di riferimento della squadra. Moreno Mannini, Pietro Vierchowod e Luca Pellegrini giocano in linea come mai nessuno ha fatto ancora in Italia. Arriviamo quarti in campionato, nello scontro con le grandi ci batte solo l’Inter. Superiamo il Milan sia in campionato, 0-1 a Milano e 2-1 in casa, sia nella finale di Coppa Italia per il primo storico trofeo blucerchiato, il 3 luglio 1985. È Alessandro ad alzare la coppa al cielo, con Eugenio Bersellini abbiamo lasciato ancora un segno.
L’anno successivo vogliamo essere ancora protagonisti, soprattutto in Coppa delle Coppe. Qualcosa però non funziona. In Europa non facciamo molta strada. Siamo eliminati al secondo turno dai portoghesi del Benfica, 2-0 a Lisbona. E a Genova non andiamo oltre 1-0. Ci salviamo quattro o cinque giornate prima della fine del torneo e arriviamo ancora in finale di Coppa Italia con la Roma. Ci illudiamo dopo la vittoria 2-1 a Marassi. ma una settimana dopo allo Stadio Olimpico, il 7 giugno 1986, non ci lascia scampo.
Devo però ammettere che era una ottima squadra, in quella stagione aveva lottato fino all’ultimo per la conquista dello scudetto. Con l’arrivo di Boskov – conclude Bordon – in molti non rientriamo nei suoi piani. A trentacinque anni mi devo guardare intorno mentre Scanziani rimane a Genova, sponda Genoa”.
tratto da milanosportiva.com
Passa poi alla Sanremese per una stagione, e chiude la carriera col Brescia, in Serie B, dove chiude l’attività agonistica nel 1989. Ha disputato 22 presenze con la nazionale maggiore, subendo 20 reti e vincendo da riserva il campionato mondiale 1982. 6 invece le presenze con la selezione under 21.
fonti: ManicomioBlucerchiato, Wikipedia e Transfermarkt.
[wpedon id=”5153″]