Serie A 1992/93: Sampdoria-Napoli 3-1

Genova, 22 novembre 1992 – Serie A, 10° giornata
Sampdoria-Napoli 3-1
42′ Mancini (assist Mannini), 60′ Jugovic (assist Mancini), 78′ Mancini (r), 89′ Fonseca

SAMPDORIA: Pagliuca, Mannini, Lanna, Walker, Vierchowod, Corini, Lombardo, Jugovic, Chiesa(Invernizzi dal 32′ del s.t.), Mancini, Serena(Bonetti dal 41′ del s.t.). (12 Nuciari, 15 Bertarelli, 16 Buso).

NAPOLI: Galli, Ferrara, Francini, Crippa, Tarantino, Ziliani, Carbone(Corradini dal 30’del s.t.), Thern, Careca, Zola(Bresciani dal 25′ del s.t.), Fonseca. (12 Pagotto, 14 Altomare, 15 Mauro).

  • Arbitro: Beschin di Legnago.
  • Ammoniti: 37′ Francini, 53′ Fonseca.
  • Spettatori: 31.000circa (paganti 7.084,  abbonati 23.876).

Non Uniscono mai i dispiaceri del Napoli, che non ha più lacrime da versare. Bianchi non è bastato a toglierlo da una situazione precaria, non poteva bastare, certe medicine hanno bisogno di tempo per dare gli effetti desiderati. E la sua squadra, purtroppo per lui, oggi manifesta la fase più acuta dei propri mali. Non è possibile prevedere i tempi di guarigione, poiché l’organico mostra lacune gravi e una mancanza di alternative che di solito si paga con prezzi molto salati.

Bianchi, però, giura che la bufera passerà non appena i suoi uomini ritroveranno sicurezza e allontaneranno dalle proprie teste strane e assortite paure. La Sampdoria è piombata sui guai del Napoli come un treno e l’ha travolto, in modo impietoso, talvolta irresistibile, e comunque con punteggio meritato. Eriksson è un maestro nel dare ordine agli schemi e personalità alla squadra. Nella circostanza ha tolto all’avversario ogni punto di riferimento, ha lasciato in panchina Buso e Bertarelli (punte) e ha spedito là davanti il solo Mancini.

Il capitano è stato però bravissimo a camuffarsi in bersaglio mobile, con movimento pendolare ha consentito a centrocampisti e difensori di inserirsi e di creare strappi irreparabili nel tessuto avversario. Il bunker partenopeo (un modo di dire) non ha elasticità, non può averne, è composto da ragazzi grintosi e pieni di buona volontà, ma più adatti a distruggere che a costruire e, soprattutto, non idonei a disimpegnarsi contro uomini che non offrono punti di riferimento.

Perciò Francini (bene solo 15′) e Tarantino si sono trovati spesso a disagio di fronte a gente che partiva dalle retrovie senza mai perdere le distanze, abile e rapida a costruire azioni con palleggio agile. Lode dunque alla Samp, ossessiva nel praticare pressing continuo e strangolante, e co¬ munque capace di mantenersi corta perfino quando il contropiede scattava improvviso.

Ad aggravare questo stato di approssimazione napoletana hanno contribuito la sfortuna (autogol di Ziliani e palo di Careca), la brutta giornata di Zola, gli slanci confusi di Crippa e i movimenti ormai velleitari di Careca. Alla Sampdoria ha portato fortuna il rientro di Vierchowod dopo lunga assenza. Con lui hanno fatto buona figura Walker e Mannini, Jugovic e Mancini, ma soprattutto Lombardo, sollecito nell’intuire i corridoi dove scaricare potenza e velocità.

Corini si è limitato a registrare i movimenti in posizione frenata. E lì in mezzo hanno ballato i napoletani, tranne Thern, alquanto lento ma comunque sempre nel vivo del gioco. In queste condizioni pochi i suggerimenti, con palla a terra, per Careca e Fonseca, il quale ha comunque il merito di aver procurato l’autorete di Mannini (89′) e sollecitato, con un bel sinistro, un intervento di Pagliuca al 16′.

Dunque, Napoli nei guai e Samp che agguanta l’Inter. E pensare che Careca ha centrato un palo con misurato colpo di testa già al 7′. Chissà se avesse fatto centro… E’ durata circa 20′ la brillantezza partenopea, dopodiché la Sampdoria è andata a ficcarsi in profondità nel suo tessuto diventato molle. Ha fallito (22′ con Mancini, 25′ con Chiesa e 39′ ancora con Mancini) facili occasioni per andare in vantaggio.

Vi è riuscita al 41′ con un tiro del capitano, deviato dal frenetico Ziliani. Al 60′ il raddoppio di Jugovic, servito con colpo di tacco dell’immancabile Mancini. Il Napoli si è fatto vivo al 62′ con Ferrara, ma il gol è stato annullato per fuori gioco. Lombardo (78′) veniva atterrato da Ziliani in area e il penalty trasformato in modo impeccabile da Mancini. La deviazione (ininfluente) di Mannini al tiro di Fonseca ha chiuso i conti.

Angelo Caroli [LA STAMPA]

Le pagelle: PAGLIUCA 6.5 MANNINI 6.5 LANNA 6 WALKER 6.5 VIERCHOWOD 6.5 CORINI 6 LOMBARDO 7.5 JUGOVIC 6.5 CHIESA 6 (INVERNIZZI SV) MANCINI 7 SERENA 6 (BONETTI SV)


Le parole del dopopartita

L’ultima volta ne ha presi quattro, ieri soltanto tre. Forse è per questo che Ottavio Bianchi alla fine trova la forza di sorridere. Tre anni fa giocò la sua ultima partita da allenatore del Napoli proprio contro la Sampdoria che, nella finale di Coppa Italia, rifilò un poker alla squadra partenopea. L’Ottavio è ripartito dalla Samp e ancora una volta esce con le ossa rotte. Il sorriso, però, non è forzato.

Il taumaturgo chiamato da Ferlaino per resuscitare una squadra allo sbando coglie al volo un assist che gli fornisce Eriksson: «Il Napoli per 35 minuti ci ha fatto tremare – ha detto l’allenatore della Sampdoria – ha giocato molto meglio di noi ed è stato pure sfortunato in occasione del palo colpito da Careca».

Bianchi ringrazia di cuore e replica: «Trovo che l’analisi del mio collega sia perfetta. E’ vero, anch’io per 30-35 minuti ho visto in campo un gran bel Napoli e forse, a quel punto ho esagerato: sono diventato un po’ troppo ottimista. Ecco perché ora non mi deprimo più di tanto: non voglio commettere l’errore opposto e diventare troppo pessimista. I presupposti per uscire dalla crisi ci sono. Il mio Napoli dovrà avere soprattutto un obiettivo: vincere la paura. Quando abbiamo preso il primo gol siamo crollati psicologicamente e abbiamo cominciato a giocare con l’ansia addosso, vedevamo tutto nero. E chi gioca così sbaglia più facilmente. Meglio essere presuntuosi, allora. La mia scommessa con il Napoli sta tutta qui: se riusciamo a sconfiggere questa maledetta paura possiamo uscire dalla crisi. I giocatori sono validi, bisogna solo lavorare tranquilli e ritrovare la sicurezza in noi stessi».

Bianchi non recrimina sul gol annullato a Ferrara sul 2-0: «Sì, poteva riaprire la partita. Ma lo ripeto: non possiamo farci abbattere da un episodio negativo. Dopo l’annullamento, infatti, siamo crollati definitivamente». Anche Eriksson sorride. Ne ha tutte le ragioni. Ed è felice pure il presidente Mantovani, che, verso la fine della partita, ha partecipato alla ola improvvisata dai tifosi. Evidentemente questa Sampdoria lo diverte molto.

Eriksson è soddisfatto, ma come al solito è anche prudentissimo: «Questa è una squadra molto giovane, è meglio non farsi troppe illusioni. Certo, adesso le cose girano al meglio, ma la mancanza di esperienza, in futuro, potrebbe anche giocarci qualche brutto scherzo. Epoi siamo stati anche fortunati. Careca ha colpito un palo clamoroso, se quel pallone fosse entrato in porta la partita sarebbe radicalmente cambiata».

Il tecnico svedese ha parole di elogio per tutti: «Visto Mancini? Non è solo un grande centrocampista, sa fare anche la punta. E Jugovic? Ora che è tornato in forma è davvero irresistibile. Ma se la squadra gira è più facile per i singoli mettersi in luce. In questo momento le cose vanno bene e chi è dotato di più classe può esprimere le proprie potenzialità al meglio».

Furio Sartirana [LA STAMPA]

Classifica serie A – 10° giornata

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