Serie A 1995/96: Juventus-Sampdoria 0-3

Torino, Sabato 13 Aprile 1996 –  Serie A, 30° giornata

Juventus-Sampdoria 0-3
1′ Chiesa (assist Balleri), 56′ Balleri (assist Chiesa), 62′ Seedorf (assist Chiesa)

JUVENTUS (4-4-2): Peruzzi, Di Livio, Ferrara, Carrera, Torricelli, Conte (Jugovic dal 17′ 2°T), Sousa, Deschamps, Del Piero (Padovano dal 33′ 2°T), Vialli, Ravanelli. (In panchina: Rampulla, Porrini, Lombardo). All.: Lippi.

SAMPDORIA (4-4-2): Pagotto, Balleri, Mannini, Mihajlovic, Evani, Bellucci (Franceschetti dal 5′ 2°T), Karembeu, Seedorf (Sacchetti dal 42′ 2°T), Salsano, Mancini, Chiesa (Maniero dal 46′  2°T). (In panchina: Sereni, Bertarelli). All.: Eriksson.

  • Arbitro: BORRIELLO
  • Ammoniti: Mannini, Evani.
  • Spettatori: paganti 3.593, incasso 118.870.000, abbonati 35.839, quota abbonati 902.894.621.

Stravince la Sampdoria, quella vera, la Sampdoria di Enrico Chiesa, un gol e due assist; non l’altra, juvèntinizzata, Vierchowod, Jugovic, Lombardo e Vialli insieme per la prima volta, la testa a Nantes, il cuore e le sciabole in parcheggio, non un ammonito. E così il Milan può scendere a Napoli tranquillo, lo scudetto in pugno. I giochi sono fatti, arrivederci e grazie. Madama precipita dopo sei vittorie consecutive, e 25 punti su 27 nelle ultime nove partite.

La Samp, felicemente approdata al quarto successo di fila, ha la testa sgombra e le batterie cariche. Sul lampo di Chiesa, a segno nel giro di 25 secondi, con un destro poderoso, a cucchiaio, su lancio di Balleri, Eriksson edifica un’opposizione elastica, mai passiva, e meno che mai permissiva, anche quando gli avversari si sforzano di premere. Per la Juve, combattuta fra orgoglio e pregiudizio, il pomeriggio non poteva nascere sotto auspici più sinistri.

Questa volta, il turn over di Lippi non paga. Sinceramente: quel Deschamps centrale di difesa non ci è parsa un’idea da tramandare ai posteri. L’impegno di Lombardo, ecco un altro esempio, è tanto generoso quanto velleitario. Del Piero e Vialli vagano, disarmati, fra sentinelle allupate (Balleri, strepitoso, Mihajlovic, Mannini, Evani). Il centrocampo (Lombardo opaco, Sousa fuori giri, Conte imballato, Jugovic appena discreto) soffre l’alacre ronzare dei gregari doriani – l’eclettico Seedorf, il tosto Franceschetti, il laborioso Salsano, il disciplinato Invernizzi – ai quali Mancini e Chiesa non disdegnano illuminati soccorsi.

Faticano, i campioni, a fare mente locale. Troppi cross (di Ferrara), un grappolo di calci d’angolo, qualche mischia (la più insidiosa, al 45′, sventata da Mancini, sulla linea) e zero tiri nello specchio. Il 4-4-2 della Samp prospera lungo la dorsale Balleri-Seedorf-Chiesa. E sul Mancio contiamo non meno di tre provvidenziali chiusure di Vierchowod, lui sì al di sopra di ogni orpello.

La Juve porta palla. Aggredisce poco e male, non trova varchi né profondità. Le rimonte costano. Anche quelle che non riescono. Lippi rimescola le carte. Lombardo a sinistra, Jugovic a destra, Deschamps più avanti, difesa a tre e, dall’inizio della ripresa, fuori Lombardo e dentro Ravanelli, cui Zenga ribatte di piede, al 2′, l’unica, vera occasione costruita dalla Juve, frutto di un piccolo guizzo di Del Piero. I doriani rosolano Madama a fuoco lento, salvo infliggerle abbaglianti fiammate.

Smarcato da Mancini, Seedorf si lascia abbindolare da Peruzzi (7′). Mihajlovic e Mannini governano l’area con rigore scientifico. Balleri è una forza della natura. E poi c’è Chiesa. Una farfalla con il pungiglione. Un giovanotto che sprigiona allegria, esplosività, calcio allo stato puro. Si muove, elegante, fra rovine fumanti. Servito da Seedorf, propizia il raddoppio, all’11’, imbeccando Balleri che, da posizione defilata, bombarda e sorprende Peruzzi, colpevolmente spiazzato.

Sei minuti, e ancora Chiesa sguinzaglia Seedorf, che non può proprio esimersi dall’onorare l’omaggio. Una sola squadra in campo, nessun dubbio su questo. La Juve rotola stancamente. Di Livio e Pessotto avvicendano un anonimo Conte e un Del Piero spremuto, a Vialli non riesce nemmeno un’incornata facile facile, Ravanelli si agita per onor di firma, Peruzzi vola su Maniero, entrato nel finale, ed evita l’onta di uno scarto ancora più mortificante.

Il popolo fischia con moderazione. Si è visto di meglio, sul piano dell’impegno, ma anche di peggio. Capisce che non è facile giocare su più tavoli, specialmente quando è la forza fisica – e non il gioco – a dettare gli impulsi cruciali, e i rapporti societari sono improntati, fra l’altro, a una fitta serie di scambi pedatori. A Nantes, mercoledì, vedremo una Juve diversa: matematico.

Lanciatissima nella rincorsa Uefa, la Sampdoria, da parte sua, scavalca la Lazio e agguanta l’Inter. Il mistero non sono i tre gol rovesciati addosso a una Juve svagata, distratta, ma le rimonte subite, le troppe capriole di una stagione in sciagurato bilico.

Le pagelle: ZENGA 7 BALLERI 8 MANNINI 6.5 MIHAJLOVIC 7 (FERRI SV) EVANI 6 SEEDORF 7.5 FRANCESCHETTI 7 SALSANO 6.5 INVERNIZZI 6 MANCINI 7 (MANIERO SV) CHIESA 8.5 (BERTARELLI SV) 

Roberto Beccantini  [LA STAMPA]

Classifica serie A – 30° giornata

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