Serie A 1998/98: Piacenza-Sampdoria 4-1

Piacenza, 18 ottobre 1998 – Serie A, 5° giornata
Piacenza-Sampdoria 4-1
3′ Vierchowod, 28′ Ortega (r), 42′ Inzaghi (r), 72′ Manighetti, 86′ Rastelli
PIACENZA (1-3-4-2): Fiori (15′ pt Marcon), Lucarelli, Polonia, Vierchowod (22′ pt Delli Carri), Manighetti, Buso, Cristallini, Mazzola, Stroppa (42′ st Lamacchi), Rastelli, S.Inzaghi. (13 Sacchetti, 16 Caini, 11 Piovani, 9 Dionigi). Allenatore: Materazzi.
SAMPDORIA (4-4-2): Ferron, Sakic (37′ st Lassissi), Mannini, Grandoni, Castellini (10′ st Sgro’), Vergassola, Franceschetti (28′ st Ficini), Laigle, Ortega, Iacopino, Palmieri. (22 Ambrosio, 3 Nava, 7 Pesaresi, 16 Cordoba). Allenatore: Spalletti.
  • Arbitro: Collina di Viareggio.
  • Recupero: 2′ e 3′. Spettatori: 11.000 circa.
  • Ammoniti: Castellini, Polonia e Mannini per gioco scorretto, S. Inzaghi per condotta non regolamentare.
  • Angoli: 5-4 per la Sampdoria

Schiacciata, umiliata, persino derisa. Per la seconda trasferta consecutiva, la Sampdoria ha fatto la figura di una squadra allo sbando, destinata a una brutta fine. Dopo lo 0-5 di Cagliari, l’I-4 contro un Piacenza, che scoppia di salute dimostra che la gagliarda rimonta casalinga azzeccata prima della sosta contro la Roma era stata soltanto fumo negli occhi. Spalletti ora è di nuovo nei guai. Ma nemmeno lo scontato ritorno sul mercato di Mantovani (dopo Lassissi, ieri già in campo noi finale, potrebbero arrivare Pecchia e Dal Moro) garantisce una scossa ad una squadra che, tra i pezzi da novanta persi in estate e quelli ora bloccati da infortunio, sembra aver perso l’anima.
Rottosi Montella (dopodomani l’operazione alla caviglia), la Samp si era preoccupata per le carenze di un attacco privato del suo spietato esecutore. I doriani, invece, fanno acqua da tutte le parti. A cominciare da una difesa che oggi è la peggiore del campionato (13 gol in 5 partite) e che in tre trasferte è già stata bucata 11 volte. Ieri solo il vecchio pirata Mannini ha cercato invano di turare le falle che aprivano a turno gli sciagurati Sakic, Grandoni e Castellini al centro e a destra dove imperversavano gli scatenati Manighetti, Rastelli e Stroppa.
L’unico a poter oggi guardare in faccia senza timore gli infuriati tifosi che si chiedono che fine abbia fatto il tradizionale spirito battagliero blucerchiato è Ariel Ortega, il folletto argentino che ha firmato il gol del provvisorio pareggio su rigore, ha colpito un palo e una traversa e ha creato gli unici veri grattacapi alla difesa locale, altrimenti mai in affanno, nemmeno dopo essersi trovata già al 22′ senza portiere titolare (guaio muscolare per Fiori) e senza la carismatica presenza dello zar Vierchowod (due infrazioni a due vertebre lombari causate, in uno scontro aereo, dal proprio portiere in uscita su Palmieri).
Al disastro della Samp fa da contraltare la splendida favola degli emiliani. Mai, in 5 anni di serie A, il Piacenza si era trovato con così tanti punti in tasca (7) dopo 5 turni.- E il bello è che la classifica toglie ancora qualcosa alla pimpante squadra di Materazzi, che finora ha perso soltanto su rigore a San Siro (Inter con Pagliuca migliore in campo) e con tante recriminazioni a Torino (un penalty negato nel finale contro la Juve).
Quella biancorossa è un’orchestra senza virtuosi (salvo Stroppa tornato come ai tempi in cui Sacchi lo chiamò in azzurro), che però suona senza stecche. E sempre più sovente riesce anche a regalare acuti ed emozioni che mandano in estasi la gente del «Galleana». Tre settimane fa, contro il Vicenza, l’onesto difensore Cleto Polonia segnò la sua prima rete dopo 13 anni di carriera. Ieri, altre meraviglie assortite.
Comincia Pietro Vierchowod, che urla forte a Bergomi di essere lui il vero «nonno» della serie A e festeggia già al 3′ il suo 517° gettone con il 35° gol (zampata di sinistro su cross di Manighetti) prima di andarsene in barella. Prosegue Inzaghino, che sbaglia tanto ma lotta senza pause e si procura il rigore del 2-1 che poi trasforma, rubando il tempo a Stroppa, incaricato del tiro da Materazzi. Poi è il turno di un altro oscuro protagonista: Gianpaolo Manighetti, terzino sinistro volante, firma il suo primo gol in A all’85a presenza con uno splendido mancino al volo dal limite dell’area su punizione di Stroppa a coronamento di una prova da fenomeno.
Chiude Massimo Rastelli, uno arrivato in A troppo tardi, a 30 anni suonati: fa impazzire la difesa doriana fin dal via e all’86” la prende in giro con la palombella del 4-1. Troppa grazia, davvero. Ma questo Piacenza autarchico e ruspante che corre, sgomita e segna è una delle più belle notizie d’inizio stagione per un calcio italiano sempre più esterofilo e schiavo di mode passeggere. [Roberto Condio – LA STAMPA]

Le pagelle: FERRON 5.5  SAKIC 4 (Lassisi SV) MANNINI 5.5 GRANDONI 4 CASTEtllNI 4.5 MANIGHETTI 7 (Sgrò 5) VERGASSOLA 5.5  FRANCESCHETTI 5  (Ficini SV)  LAIGLE 5 IAC0PINO 5  ORTEGA 6.5  PALMIERI 5.

 «Sono molto deluso. Devo rifietterc su questa situazione». Luciano Spalletti si presenta così in sala stampa dopo la pesante sconfitta contro il Piacenza. Qualcuno fa ventilare addirittura l’ipotesi di possibili dimissioni da parte del tecnico che ha fatto grande l’Empoli, e che a Genova sembra essere piombato in una situazione assai complicata. Ma lui, Spalletti, incalza: «Dimettermi? Sarebbe assurdo. Ho solo bisogno di capire cosa sta accadendo alla mia squadra, che domenica scorsa contro la Roma si è ritrovata, e che con il Piacenza ha subito pesantemente». A proposito di gol, la sua Sampdoria ha incassato 13 reti. Tante, troppe. «E’ vero – aggiunge Spalletti -. Ma non me la sento di addossare tutte le colpe alla difesa. Tutti i reparti non danno garanzie. Durante la settimana ci prepariamo scrupolosamente, lo spogliatoio è unito, eppure in campo i ragazzi si smarriscono. Ho bisogno di riflettere». E’ piuttosto scuro in volto. Avrebbe voglia di staccare la spina ma deve rispondere alle numerose domande che gli vengono poste: «Dobbiamo solo migliorare – taglia corto -. Faremo il possibile per trovare i giusti equilibri».

Di umore diverso è il tecnico del Piacenza, Beppe Materazzi. Ancora una volta gli emiliani hanno dimo¬ strato di essere una squadra affidabile, che impone il gioco e segna con facilità. «Sono soddisfatto – spiega -, tutti hanno dato il massimo. Gli infortuni di Vierchowod e di Fiori, mi hanno costretto a cambiare, ma i sostituti si sono comportati egregiamente. Ho a che fare con veri professionisti. Stroppa? E’ stato molto bravo, non sta a me sottolinearlo». Gian Paolo Manighetti, 29 anni, ha realizzato il primo gol della carriera in serie A: «Sono felice per la rete, ma assai più contento per come stanno andando le cose al Piacenza. Abbiamo 7 punti e anche con la Samp abbiamo dimostrato di essere una squadra che sa ciò che vuole». Giusto sottolineare che il made in Italy va davvero forte in una squadra in cui sul tabellino dei marcatori c’è posto sia per il ragazzino, Simone Inzaghi, come per il «nonno» ex doriano, Pietro Vierchowod. Per l’intramontabile difensore, però, la giornata è finita malissimo. Dopo lo scontro con il suo portiere è finito in ospedale, la diagnosi parla di infrazione a due costole lombari. Oggi Vierchowod sarà dimesso, ma dovrà portare il busto per almeno 25 giorni. Alla sua età, sono botte difficili da assorbire. [Mauro Molinaroli – LA STAMPA]

Classifica serie A – 5° giornata

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Partita successiva:

Sampdoria-Empoli 3-0

Partita precedente:

Sampdoria-Roma 2-1

 

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