Genova, 21 ottobre 1990 – Serie A, 6°giornata
Sampdoria-Atalanta 4-1
26′ Mancini, 42′ Evair, 43′ Branca (assist Mancini), 74′ Branca (assist Mikhailichenko), 85′ Mancini (r)
SAMPDORIA: Pagliuca, Mannini, Katanec, Pari, Lombardo, Pellegrini, Mikhailichenko (75′ Lanna), Cerezo (46′ Invernizzi), Branca, Mancini, Dossena. In panchina: Nuciari, Dall’Igna, Calcagno. Allenatore: Boskov.
ATALANTA: Ferron, Contratto, De Patre (78′ Monti), Bonacina (78′ Rizzolo), Porrini, Progna, Stromberg, Bordin, Evair, Nicolini, Perrone. In panchina: Pinato, Maretti, Catelli. Allenatore: Frosio.
- Arbitro: Pairetto di Torino.
- Ammoniti Pellegrini, Invernizzi, Stromberg, Bordin;
- Spettatori: 27.000 circa.
Non gioca, non parla, non sente. Ma Gianluca Vialli, ha visto, questo almeno sì, dall’imbocco degli spogliatoi un’altra vittoria di una Samp ormai lanciatissima. A completare il crudele processo di ridimensionamento dell’ex Gianluca nazionale, mancava soltanto l’esplosione di Marco Branca, cavallo di ritorno, con un passato di ragazzo prodigo più che prodigio. Un gol decisivo contro il Kaiserslautern, due belle reti nel cuore di un Samp-Atalanta che sapeva di primato fino a un minuto dal termine.
E Branca è diventato un nuovo idolo della gradinata. Anche se in questa squadra, quando tutto gira, tra un assist di Mancini e un lancio di Mikhailichenko e Lombardo, segnerebbe chiunque. Alla Samp non manca nulla per vincere lo scudetto. Non le manca oggi la formidabile V2 esaltata dai tifosi (Vialli e Vierchowod), che comunque dovrebbe rientrare presto a irrobustire l’ottimo blocco. Non mancano o non mancano più alcune cosette che servono a fare una squadra vincente: la fortuna, l’astuzia e un centravanti vero.
Branca, che non ha – s’intende – la classe di Vialli, lo è. Il 4-1 è l’esito sorprendente e un po’ bugiardo di una partita giocata soprattutto dall’Atalanta e pensata soltanto dai doriani. Già il gol del vantaggio (23′) su punizione di Mancini, porta per i bergamaschi le stimmate della jella: Ferron avrebbe intercettato il tiro se non si fosse inserito De Patre a deviare il pallone. Raggiunto il pareggio, un regalo di Pellegrini, l’Atalanta s’è dovuta subito piegare a un’invenzione di Mancini, sempre lui l’uomo decisivo, ben sfruttata da Branca.
Il 2-1 ha spianato la strada a una trama scontata. Orfana di Caniggia, l’Atalanta ha dovuto affidarsi all’insostenibile pesantezza di Evair, che in nulla denuncia i natali brasiliani, e all’evanescente per quanto volenteroso tributo di Perrone, che svolazzava intorno al compagno come un colibrì sopra un ippopotamo. Ed è difficile capire perché Frosio abbia lasciato ammuffire in panchina il bravo Rizzolo. Ma tanto proletario macinare chilometri ha procurato ai bergamaschi soltanto una vera palla-gol, al 57′, su calcio di punizione deviato di testa (fuori, naturalmente) da Evair.
Per contro all’aristocratica Samp bastava un guizzo di Mikhailichenko, un soprassalto di Mancini, un’impennata di Lombardo per liberare Branca davanti a Ferron. Il gol del 3-1 è nato proprio dalla caparbietà di Lombardo, che ha rubato due volte la marmellata allo stralunato De Patre, l’ha servita a Mikhailichenko, pronto a servirla a Branca per l’ultima, splendida girata. Il tocco finale all’esagerato punteggio è invece merito di Mancini, forse fin troppo furbo nel catapultarsi per le terre su spinta di Monti.
Robertino trasformava, a suggellare una vittoria importante. Liberato del gemello (e di qualche chilo attorno ai fianchi), Mancini ha dimostrato d’essere il vero uomo della provvidenza della Sampdoria. Perfino quando non è al massimo, quando pensa ad altro, come ieri. Magari alla battaglia di mercoledì nello stadio ad alta tensione di Atene. Ma anche quando il suo faro si annebbia, la Samp può contare su altri punti di riferimento sicuri.
Tra questi, Mannini, che sta giocando anche per Vierchowod; l’inossidabile faticatore Pari; il miracoloso Mikhailichenko. Miracoloso perché dopo tutte le storie accampate da Zavarov per due anni, stupisce che un sovietico si ambienti con tale naturalezza alle nostre latitudini pedatorie. Stimolato a un paragone tra i due Oleg Blochin, allenatore dell’Olympiakos Pireo nonché eroe del pallone sovietico, ieri in tribuna, ammiccava sorridendo.
E Vialli? E’ rimasto, come si diceva, all’imbocco degli spogliatoi, quasi a nascondersi. E’ stato lui a informare i compagni del pareggio del Milan a Napoli. Gli tocca perfino il ruolo di cattivo messaggero in questa via crucis. Dovrebbe tornare tra un mese, c’è tempo per capire come e al posto di chi.
Le pagelle: PAGLIUCA 6 MANNINI 7 KATANEC 6 PARI 6,5 LOMBARDO 6,5 PELLEGRINI 5 MIKHAILICHENKO 6.5 (LANNA 6) CEREZO 5,5 (46′ INVERNIZZI 6) BRANCA 7 MANCINI 7 DOSSENA 6.
[Curzio Maltese – LA STAMPA]
Un sovietico in campo e uno in tribuna. Mikhailikhenko con la maglia della Sampdoiia e Blochin, suo ex compagno nella Dinamo di Kiev, a prendere appunti. Blochin ora allena l’Olympiakos ed è venuto a Genova a spiare i futuri rivali di Coppa. Nessun commento, ma la Samp deve avergli fatto una certa impressione, anche se Boskov, nonostante i 4 gol, non è del tutto soddisfatto: «L’Atalanta ci ha messi in difficoltà e il punteggio è troppo largo rispetto a quanto si è visto in campo. Però la mia squadra ha un pregio, anche quando soffre riesce sempre a creare un gran numero di occasioni».
I problemi della formazione genovese sono ribaditi da Cerezo: «Io, Mikhailikhenko e Katanec non possiamo continuare così. Andiamo tutti e tre dietro la palla, ci pestiamo i piedi, non siamo bene amalgamati in campo». Gerezo ha giocato solo un tempo: «Era tutto previsto spiega Boskov – rientrava dopo un mese di assenza. Per di più mercoledì in Grecia la sua esperienza internazionale per noi è fondamentale».
Il personaggio della giornata è Branca: 9 gol in 27 partite l’anno scorso nell’Udinese, è andato a segno con la nuova maglia: «Una doppietta che mi dà morale». L’Atalanta non recrimina: «Chi non ha visto la partita – afferma Frosio – può pensare che la Samp ci abbia dominati. Non è stato così. Nel primo tempo abbiamo dimostrato di reggere botta. Solo una colossale ingenuità in occasione del loro secondo gol ci ha castigati». [Renzo Cerboncini – LA STAMPA]
Classifica serie A – 6° giornata
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