Breve cenno storico sul Brescia Calcio
La società lombarda del Brescia è stata fondata nel 1911 ed è la squadra italiana con il maggior numero di partecipazioni al campionato di serie B (61). Ha disputato la serie A per 22 volte, dove in pratica non si è mai insediata stabilmente. Il suo periodo migliore è stato senza dubbio quello tra il 2000 ed il 2005, quando riuscì a stare per 5 anni di fila nella massima categoria. In questa fase ha disputato anche buoni campionati, qualificandosi per due volte alla Coppa Intertoto. In ambito internazionale ha vinto la Coppa dell’Amicizia nel 1967 e la Anglo Italiana nel 1994.
Tra i grandi giocatori che hanno vestito la maglia delle rondinelle si annoverano Beccalossi, Altobelli, Hagi, Pirlo, Guardiola, Toni, e soprattutto Roberto Baggio, che ha chiuso la sua carriera disputando quattro belle stagioni lontano dalle pressioni. Da non dimenticare due bomber di provincia come Hubner (85 gol in 4 stagioni) e Caracciolo (al primo posto con 170 reti segnate nella storia della società), nonché carismatici allenatori come Lucescu e Mazzone.
Il Brescia 2019/2020
In Estate la squadra è cambiata ben poco rispetto a quella che ha disputato il campionato di serie B nel 2019. Dei giocatori importanti è andato via solo il difensore Romagnoli, tornato all’Empoli dal prestito. Sono arrivati il portiere Joronen, il difensore Chancellor, i centrocampisti Zmrhal e Romulo, gli attaccanti Ayé, Matri e soprattutto Balotelli in cerca di rilancio.
A Gennaio è stato fatto troppo poco per salvare la barca che affondava. Arrivati il centrocampista Bjarnason (ex Samp) e la punta Skrabb. Ceduti Magnani, Morosini e Matri.
La rosa attuale in dettaglio
Portiere e difesa: il titolare tra i pali è il finlandese Joronen, alle sue spalle Alfonso ed Andrenacci, impiegati rispettivamente quattro e cinque volte durante la stagione.
Sulla linea difensiva hanno giocano prevalentemente questi quattro, a meno di infortuni e scelte di fine stagione: Sabelli, Cistana, il venezuelano Chancellor, il ceco Mateju. Alternative ai due centrali: il nostro ex Gastaldello e i giovani Papetti e Mangraviti. Come terzini ci sono invece anche Semprini a destra e Martella (anche lui ex Samp giovanili) a sinistra. Reparto decisamente debole sulla carta, ma effettivamente, numeri alla mano, anche sul campo.
Centrocampo: anche qui sotto il segno della continuità rispetto alla serie B, con Bisoli e il nostro ex Dessena (2 reti di recente), o Romulo ai lati del talentuoso regista Tonali (1 gol e 7 assist) ed il giovane slovacco Spalek in genere schierato dietro le due punte. Abbastanza limitato il minutaggio per gli altri centrocampisti: il marocchino Ndoj, il ceco
Attacco: qui c’è stata un pò più di rotazione a causa dell’infortunio iniziale di Donnarumma (arrivato poi a 8 gol e 2 assist) e delle condizioni inizialmente non affidabili di Balotelli (5 gol), poi messo fuori squadra anticipatamente. Hanno trovato quindi discreto spazio anche il francese Ayè e Torregrossa, (6 gol e 4 assist). Qualche presenza, anche se quasi sempre da subentrato, per il finlandese Skrabb, che come Ayè non ha fin qui fornito gol e assist.
Come si può ben vedere è una squadra senza grandi individualità, tolto il giovane difensore emergente Cistana (assente contro la Samp sia all’andata che domani), l’astro nascente Tonali, arrivato a quotazioni astronomiche e, teoricamente, Balotelli, la cui stagione è terminata anticipatamente in maniera poco onorevole.
L’allenatore della promozione, Corini, è stato confermato per la stagione in A, esonerato dopo undici giornate, richiamato dopo tre partite disastrose in cui era subentrato Grosso. A quel punto la serie era arrivata ad un pareggio e nove sconfitte nelle ultime dieci. Da quel momento la squadra si è ricompattata vincendo a Ferrara (0-1), col Lecce in casa (3-0), pareggiando a Parma (1-1) e perdendo a domicilio con la Lazio (1-2). In entrambe queste ultime partite hanno incassato gol in recupero gettando al vento 4 punti che li avrebbero tirati fuori dalle ultime tre.
Dopo una nuova crisi nuovo esonero per Corini e ultime speranze affidate a Diego Lopez, uruguaiano, ma cagliaritano d’adozione, che però a parte qualche discreta prestazione, non è riuscito a portare il Brescia a lottare almeno per non retrocedere. Penultimo posto a distanza siderale dalla quota salvezza. Le solite follie del presidente Cellino che non si smentisce mai.