Genova, 21 aprile 1963 – Serie A, 30° giornata
Sampdoria-Venezia 3-1
10′ Toschi, 30′ Toschi [assist Tamborini], 46′ Da Silva [assist Toschi], 70′ Dori
SAMPDORIA: Sattolo, Vincenzi, Tomasin, Bergamaschi, Bernasconi, Delfino, Tamborini, Brighenti, Toschi, Da Silva, Cucchiaroni.
VENEZIA: Rubacco, De Marchi, Ardizzon, Neri, Carantini, Frascoli, Azzali, Santisteban, Bartù, Mazzia, Dori.
- Arbitro: Grignani.
Per la Sampdoria l’incubo della retrocessione è cessato come d’incanto, con l’affettuoso applauso del pubblico genovese al termine della partita vinta ieri dai blucerchiati sul Venezia per 3-1. La squadra di Ocwirk non può ancora considerarsi materialmente sicura della solvenza, ma il più difficile ormai è fatto, basterà conquistare un paio di punti nei quattro incontri che ancora mancano alla fine del torneo.
Un’impresa veramente da poco ver una formazione che nelle ultime nove gare di campionato è stata sconfitta una sola volta. Anche l’allenatore sampdoriano è finalmente tranquillo. Sebbene i pronostici della vigilia fossero nettamente favorevoli alla sua squadra, pure Ocwirk non si era’ stancato di ripetere che bisognava considerare il Venezia, alla stregua di un pericoloso avversario.
Non sarebbe stata una novità per i blucerchiati lasciarsi sorprendere sul proprio terreno da una compagine tecnicamente più debole. Il trainer austriaco deve essere riuscito a trasmettere questa sua convinzione ai giocatori che si sono’ battuti con il massimo impegno fino e quando il risultato non fu posto ben al sicuro da possibili sorprese. Al 2′ della ripresa la Samp conduceva per 3-0, la partita poteva considerarsi finita.
Solo allora i blucerchiati si concessero un attimo di. respiro, una pausa ben guadagnata se si pensa alla doppia fatica che essi avevano dovuto sostenere nel primo tempo, quando erano stati costretti a rinunciare all’apporto del centromediano Bernasconi, spostato quasi inutilizzabile all’ala destra in seguito ad uno scontro con Bartù.
L’incidente al loro « capitano > costituisce l’unica nota poco lieta per i liguri: Bernasconi ha. ricevuto un brutto colpo al ginocchio sinistro, lo stesso che il giocatore si era infortunato nella partita di Coppa Italia con il Torino. Il medico sociale del club sampdoriano ha emesso la seguente diagnosi: * Distorsione del ginocchio sinistro con distrazione capsulo legamentosa esterna ». Non è esclusa la necessità di un intervento chirurgico.
Malgrado la rinuncia a Bernasconi, che ha reso necessario un improvviso mutamento nell’impostazione tattica della gara, la squadra di-Ocwirk ha disputato un ottimo primo tempo. Toschi, autore di due reti si è mosso con il consueto brio, Da Silva è stato addirittura irresistibile, sovente si è portato a spasso l’intera difesa avversaria e suo è stato il terzo goal blucerchìato in apertura di ripresa. Tamborini e Cucchiaroni hanno dominato il centro campo appoggiando e rifornendo con continuità i- due uomini di punta;
Delfino e stato il migliore dei reparti arretrati, ma tutta la difesa si d sempre battuta con generosità. Il Venezia è una squadra rassegnata ed in più possiede un gioco di una lentezza quasi stucchevole. Dopo un inizio promettente i neroverdi non hanno saputo reagire al primo goal di Toschi, neppure quando si sono trovati a lottare contro una formazione ridotta praticamente a dieci uomini.
Ad essere sinceri ci si attendeva dalla compagine di Quarto, ormai condannata alla retrocessione, una prova più orgogliosa; quell’orgoglio che. hanno dimostrato di possedere l’esordiente De Marchi ‘ e il giovane Dori. Questi due atleti hanno giocato quasi una loro .partita, hanno combattuto una battaglia privato), con l’ardore di, chi ha un’occasione favorevole e non vuol lasciarsela sfuggire a dispetto di tutte le circostanze che quasi quasi aonsiglierebbero a non tentare; neppure.
La Sampdoria è scesa in campo con Bernasconi libero, Delfino su Mazzia, Bergamaschi su Bartù, Tamborini su Santìsteban e Brighenti ala tornante: senza dubbio una tattica prudente, affidata a veloci azioni di contropiede ohe’contro i neroverdi si sono dimostrate parecchio efficaci. Il Venezia inizia bene e al S” Battolo deve compiere un gran volo per bloccare un pericoloso traversone di Dori.
I liguri rispondono con Tamborini (4′) e Da Silva (5′), poi al to’ passano in vantaggio: rimessa laterale di Brighenti a Toschi che ferma la palla, scarta un avversario, en~ tra, in area avversaria spo- stato sulla destra e sorprende Bubacco con un tiro rasoterra per la verità non certo imparabile. Un minuto dopo Bernasconi si scontra con Bartù ed esce dal campo: rientrerà al 15′ quasi inutilizzabile in posizione di ala destra.
La Samp è costretta a cambiar tattica; Bergamaschi assume il ruolo, di libero, Delfino si sposta su Bartù e Brighenti su Mazzia. I blucerchiati badano soprattutto a non scoprirsi, ma in con¬ Corsini (n. 3) salva sulla linea un tiro di Moroni (Tel.) tropiede sono sempre pericolosi, specie con Da Stiva che al 2Y si libera con una finta di due avversari ed obbliga Bubacco a compiere una vera prodezza.
Al 28′ i veneti sbagliano una facile occasione con Mazzia, che tarda a tirare e preferisce il passaggio a Bartù spintosi nel frattempo in fuorigioco, e subito dopo segna ancora la Samp: Tamborini a 1 eentro campo allunga a Toschi che supera in velocità Carantini e batte Bubacco in uscita con una stangata a mezz’altezza. Nella ripresa i liguri mettono subito al sicuro il risultato con una prodezza di Da Silva che in posizione di ala sinistra scambia con Toschi, evita in dribbling tre o quattro atwersari e conclude in rete con-un preciso traversone. Ormai la partita non ha più storia. Al to’ comunque, Sattolo deve buttarsi sui piedi di Dori lanciato in goal; il ragazzo si prende una rivincita al 25′ con un tiro da fuori area.
Classifica serie A – 30° giornata
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