Genova, 3 novembre 1996 – Serie A, 8°giornata
Sampdoria-Piacenza 3-0
16′ Mancini (assist Carparelli), 55′ Carparelli, 80′ Mancini (assist Salsano)
SAMPDORIA: Ferron, Sacchetti, Mannini, Mihajlovic (Dieng dall’83’), Pesaresi, Karembeu, Veron, Franceschetti (Invernizzi dal 56′), Laigle, Mancini, Carparelli (Salsano dal 70′). Allenatore: Eriksson.
PIACENZA: Taibi, Lucci, Conte (Tramezzani dal 61′), Pari, Polonia, Di Francesco, Scienza, Valoti, Piovani (Tentoni dal 61′), Luiso. Allenatore: Mutti.
- Arbitro: Rodomonti di Teramo.
Roberto Mancini offre al pubblico di Marassi e alla Sampdoria una delle più belle partite della sua carriera. Due gol capolavoro incorniciano la partita n. 400 in blucerchiato, forse l’ultima con questa maglia. Il Piacenza cade, stordito, sotto l’effetto della sua prima prodezza. Si arrende, distrutto, quando realizza il raddoppio personale. In mezzo la rete di Carparelli, ispirata da un’altra travolgente iniziativa del capitano.
E’ Mancini-show, non poteva essere altrimenti. Nel giorno più difficile Bobbygol scopre una squadra che gioca tutta per lui, ne appoggia ogni affondo, lo cerca in tutte le zone del campo in cui decide di portare il suo talento naturale. Il Piacenza è sparring-partner fin troppo disponibile a non rovinare una giornata che doveva essere così. Pari marcatore su Mancini è una gentile concessione di Mutti, allenatore dal fare burbero ma dal cuore tenero.
L’ex compagno di tante battaglie ai tempi di Boskov fa quanto gli è umanamente possibile. Ma Mancini ha una marcia in più, ha un ricordo da lasciare indelebile nel tempo, ha una squadra che sente l’evento e l’accompagna in grande spolvero lungo i 90′ più lunghi e allo stesso tempo esaltanti della sua vita di calciatore. Da Mannini che oppone il corpo al tentativo iniziale di Valtolina a Mihajlovic che chiude tempestivo su Piovani, i difensori si fanno in quattro per offrire a Mancini una giornata serena.
Da Veron, che si prende senza fiatare i suoi rimproveri al minimo passaggio sbagliato, a Karembeu che pur di offrirgli la palla del possibile 4-0 non calcia in porta da posizione favorevole, i centrocampisti sudano per la causa del capitano. Tocca al giovane Carparelli, quasi un passaggio delle consegne, smarcare al 16′ Mancini per il primo gol. Il talentuoso Robi aspetta il rimbalzo del pallone e con un tocco a seguire scavalca Taibi, i piacentini dicono con una piccola deviazione di Pari, ultimo uomo a tentare un possibile salvataggio.
Mancini ha l’altruismo per dote di natura (Vialli non dimentica di certo) e al 31 ‘ restituisce il favore a Carparelli: il colpo di testa del ragazzo però è deviato da Taibi là dove i pali si incrociano per venire in soccorso ai portieri. Il Piacenza si affida al solo Luiso (anticipato da Ferron al 35’) in avanti, chiede a Piovani e Valtolina di fare i tornanti sulle fasce, spera di far quadrato là in mezzo ma per Scienza e compagni non è giornata di fronte allo strapotere dei fondisti doriani.
Mancini toma in campo per la ripresa ancora più deciso ad arrotondare il successo della Samp. Al 6′ annichilisce Pari in tunnel, Lucci gli frana addosso. Mancini invoca il rigore, Rodomonti non si commuove. Le proteste anche plateali cui Robi si lascia andare anziché deprimerlo lo caricano di più. Mancini dà il la al raddoppio con un sinistro fortissimo che Taibi respinge: Veron raccoglie e crossa, Carparelli coglie l’angolo lontano.
La Samp è assoluta padrona del campo, non succedeva da tempo di vederla così compatta, tanto sicura. Il Piacenza, fino a ieri matricola terribile, non ha forza per reagire. Eriksson regala a Mancini una spalla fresca: è Salsano. Il piccolo maratoneta che con Bobby-gol ha diviso tanti momenti felici diventa la sponda dalla quale il capitano trae lo slancio per andare a siglare una rete-capolavoro.
Va descritta questa prodezza da antologia: Mancini lavora un pallone a tre quarti di campo, lo appoggia sui piedi del fido scudiero e si invola, inarrestabile, oltre le linee nemiche. Quando il pallone di ritorno raggiunge il suo sinistro, Robi non esita un istante a scagliarlo, al volo, verso la porta. Taibi non può impedire al missile di spegnere la sua corsa. Un gol di destro e uno con il piede mancino. Il 121° e 122° in quindici campionati con questa maglia. [Franco Badolato – LA STAMPA]
Classifica serie A – 8° giornata
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