Serie A 1995/96: Piacenza-Sampdoria 3-2

Piacenza, 15 Ottobre 1995 – Serie A, 6° Giornata
Piacenza-Sampdoria 3-2 
14′ Corini, 18′ Piovani, 20′ Caccia, 47′ Maniero (assist Balleri), 92′ Mancini (assist Bellucci)

PIACENZA (1-3-3-3): Simoni, Lucci, Polonia, Rossini, M. Conte, Di Francesco, Corini (Maccoppi al 41′ 2°T), A. Carbone, Turrini, Caccia (Cappellini dal 33′ 2°T), Piovani (Moretti dal 12′ 2°T). (In panchina: Marseglia, Lorenzini). All.: Cagni.

SAMPDORIA (4-3-3): Pagotto, Balleri, Mannini (Ferri dal 1′ 2°T), Franceschetti, Sacchetti (Salsano dal 31′ 2°T), Karembeu, Seedorf, Mihajlovic, Chiesa (Bellucci dal 26′ 2°T), Mancini, Maniero. (In panchina: Sereni, Invernizzi). All.: Eriksson.

  • Arbitro: Trentalange di Torino.
  • Spettatori paganti 4.884 (incasso lire 144.135.000), abbonati 7.814 (quota di lire 309.092.822).
  • Ammoniti: Lucci, Carbone e Mihajlovic per gioco falloso, Mancini per proteste.
  • Calci d’angolo: 9 a 3 per la Samp. Tiri in porta: 10 a 6 per la Samp. Tiri fuori: 6 a 4 per la Samp. Falli commessi: 18 della Samp contro 18.  Fuorigioco: 3 subiti dalla Samp a 4.

Naufraga la Samp ed Eriksson cerca lumi. Non si spiega la disfatta, che non è neppure la prima quest’anno, vuole capire il motivo di quella mezz’ora – la prima – così sciagurata. In effetti, per colare a picco quella pseudo-corazzata che è la Sampdoria, al Piacenza è bastato molto meno, soltanto venti minuti. Così, al 15′ i blucerchiati hanno piegato la testa per la prima volta, al 18′ si sono visti infliggere la seconda umiliazione e al 20′ hanno compreso che la riscossa era rinviata ad altra data.

Né possono trarre in inganno le ridotte dimensioni numeriche della batosta perché nessuno, neppure lo stesso Eriksson, deve avere mai confidato seriamente nel recupero. Una difesa allegra e subito a mal partito quella ligure, messa alla frusta da gente spigliata e concreta come Corini, Di Francesco e Piovani dai quali partivano imbeccate a getto continuo per Caccia e Turrini. Un centrocampo svagato e confusionario nel quale i due stranieri di colore sembrano alla ricerca della propria identità ancor prima dell’intesa con i compagni.

E se Karembeu ha per lo meno l’attenuante delle precarie condizioni fisiche, Seedorf non può usufruire – almeno per il momento – di altra concessione che non sia l’immaturità e la scarsa dimestichezza con il nostro calcio. Chiesa e Maniero hanno tentato, sia pur sporadicamente, di dare un senso alla loro presenza in campo, non così Mancini, messosi in evidenza soprattutto per il nervosismo e il plateale gesto di rabbia con cui nella ripresa ha protestato alla mancata ammonizione di un avversario.

Con il risultato di rimediarne una lui, insieme con una brutta figura. La cronaca si limita forzatamente alle segnature, che sono tante e forse neppur equamente distribuite considerati gli equilibri in campo. Corini, dunque, ha ribadito la sua fama di terribile «ex». L’anno scorso segnò un gol al Napoli e un altro alla Juve e stavolta non ha risparmiato neppure la Samp che ha piegato al 15′ con una punizione magistrale per violenza e precisione.

Passano solo 3′ ed è il 2-0: tiro violento di Caccia, Pagotto vola a respingere e Piovani mette in porta. La Samp è stordita, il Piacenza incredulo, ma la gioia degli emiliani tocca le vette più al¬ te al 20′ quando, su traversone di Turrini, Caccia si eleva puntuale a siglare il tris. Di ammirevole nella Samp c’è solo una componente, la tifoseria. Che continua a sventolare bandiere e a raccogliersi attorno alla gigantesca scritta «Paolo» con la quale ha voluto ricordare il secondo anniversario della scomparsa di Mantovani.

Secondo della ripresa e una combinazione tra Seedorf e Balleri offre a Maniero la palla vincente: il primo gol blucerchiato non illude nessuno perché si vede lontano un miglio che «quel» Piacenza non cederà mai. Gli ospiti premono e creano qualche altra occasione, ma in contropiede la truppa di Cagni mette la tremarella. Come succede al 40′ quando Di Francesco vola in area e Balleri lo atterra. Turrini va sul dischetto, ma la sua folgore s’abbatte sul palo.

La fine comunque è prossima, ma c’è ancora un’emozione quando Bellucci porge a Mancini l’invito per l’ultimo, inutile gol. Trentalange, a questo punto, manda tutti negli spogliatoi, giusto in tempo per sentire Eriksson brontolare: «Un disastro quella mezz’ora. Mentalità sbagliata, nessuna voglia di lottare, contrastare, far sentire la propria presenza. Si è dormito per trenta minuti, poi ci siamo svegliati e abbiamo sentito il dolore delle botte». Qualcuno mette in dubbio la solidità della panchina del tecnico, Eriksson diventa una sfinge: «Non so, non ci penso. E poi sarei l’ultimo a sapere». Probabile, in ogni caso, che questa possa essere una settimana verità. [Pier Cario Aifonsetti – LA STAMPA] 

Le pagelle: PAGOTTO 5 BALLERI MANNINI 5 (FERRI 5) FRANCESCHETTI SACCHETTI 5 (SALSANO 6) KAREMBEU 5.5 SEEDORF 5 MIHAJLOVIC 5 CHIESA 6 (BELLUCCI 6) MANCINI 5 MANIERO 6


Classifica serie A – 6° giornata

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Partita precedente:

Sampdoria-Cagliari 1-2

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