Serie A 1990/91: verso Sampdoria-Lecce

La partita precedente:

Serie A 1990/91: Torino-Sampdoria 1-1

La settimana che precede la partita decisiva (Sampdoria-Lecce):

Hanno chiesto il silenzio. Mai come adesso la Samp scopre la felicità di lavorare tranquilla, senza farsi contagiare da un entusiamo che, per ora, rimane lontano. Boskov esclude che si corra il rischio di appagamento proprio adesso, alla giornata decisiva. Domenica c’ è il Lecce. I tifosi non hanno disturbato i nostri allenamenti dice. Sono venuti a vederci più numerosi del solito, per dimostrare il loro attaccamento, però educati, tranquilli, non invadenti. Vogliono vincere anche loro, hanno capito di dover sacrificare l’ entusiasmo. Lunghe ore di attesa, nessuna frenesia.

Attilio Lombardo è ottimista ma con cautela. Quella col Lecce è la partita della nostra vita, però siamo abbastanza distesi. Grande concentrazione, serenità, la consapevolezza che dovremo faticare per conquistare i due punti, perché il Lecce è disperato. Non commetteremo l’ errore di attaccare in massa, esporci al contropiede, non guarderemo il tabellone, non chiederemo notizie sul risultato del Milan a Bari. La Cosa dobbiamo conquistarla con i nostri mezzi, senza aiuti esterni. Vedo in giro l’ atteggiamento giusto, nessuno fa calcoli. Avverto le stesse sensazioni che hanno preceduto, un anno fa, la finale di Coppa delle Coppe.

Boskov va più in là. Dobbiamo dimenticare quello che ci circonda. L’ unica nostra fissazione dev’ essere la vittoria sul Lecce, non lo scudetto. Tutti a dire che è stata una fortuna essere eliminati dalla Coppa delle coppe. Ma Boskov trova un motivo di rammarico. Assurdo essere eliminati per colpa del Legia. Ecco, domenica dovremo considerare il Lecce come fosse il Legia, e pensare che il nostro compito sarà molto difficile. Quella lezione ci servirà per evitare la presunzione. Migliaia di bandierine distribuite ai cancelli, due maxistriscioni nei distinti e in tribuna, un effetto cromatico senza precedenti: i tifosi, silenziosi, preparano comunque la coreografia da scudetto. Centinaia di metri di stoffa blu, rossa, bianca, nera.

Dobbiamo vincere anche noi, lo slogan di bocca in bocca. Lo stadio Ferraris intanto si rivela drammaticamente piccolo: capienza inferiore a 40 mila unità, non sarebbero bastati ventimila posti in più per il grande evento. E poi tutti in strada. Verso le 22, ad un segnale convenzionato, sotto la sede, si accenderanno ventimila stelline brillanti, offerte gratis in tre postazioni fisse. Sarà la notte più illuminata di Genova. Mantovani ha ribadito: niente fumogeni, niente invasioni, niente scritte sui muri. Lo stile non ammette deroghe.

[Gianni Massinissa – La Repubblica]

MANCINI ESCLUSO DELLA FESTA

Delusione alla Sampdoria: la Caf ha respinto il ricorso per le due giornate di squalifica a Mancini. Il giocatore ha atteso in casa la sentenza, nervoso più del solito. Comunque non si aspettava niente di buono. La partita dello scudetto contro il Lecce così perde il suo protagonista principale, il giocatore che, a detta di tutti, più avrebbe meritato di partecipare a questa festa. Boskov lo sostituirà con ogni probabilità con Branca. L’ attesa per la sorte di Mancini ha occupato tutta l’ antivigilia.

C’ è tensione, nessuno riesce a nasconderlo. Un cellulare, una gazzella e dodici carabinieri ieri erano presenti al campo di allenamento, a Bogliasco. Tranquilli i tifosi. Pagliuca ha ammesso di essere piuttosto nervoso. Avverto una tensione terribile, non vedo l’ ora che sia tutto finito. Ho visto in giro già molte bandiere con lo scudetto tricolore. Dico ai tifosi: tenete tutto nascosto, aspettate, non c’ è fretta. Abbiamo atteso tanti anni, possiamo pazientare ancora. I cancelli dello stadio verranno aperti alle ore 13, nelle strade di Genova sono già numerose le bancarelle che vendono bandiere, sciarpe, striscioni.

C’ è insomma il clima di euforia, della grande festa. Ma i giocatori non si fidano, Boskov nemmeno. Scherza invece Cerezo. Prima battiamo il Lecce, poi avremo tanto tempo per divertirci, fare festa, ballare, bere birra. E’ il suo messaggio prima del grande giorno.

[La Repubblica]

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