Serie A 1973/74: Sampdoria-Milan 3-2

Genova, 7 ottobre 1973 – Serie A, I giornata
Sampdoria-Milan 3-2
7′ Rivera [r], 37′ Improta [r], 45 Improta [r], 46′ Boni [assist Salvi], 51′ Chiarugi

SAMPDORIA: Cacciatori, Santin, Rossinelli, Lodetti, Prini, Lippi, Badiani, Boni, Maraschi (Cristin), Salvi, Improta.

MILAN: Vecchi, Anquilletti, Zignoli, Dolci, Schnellinger, Bianchi, Bergamaschi, Benetti, Bigon, Rivera, Chiarugi.

  • Arbitro: Gonella.

Gonella non è riuscito a battere il record dei rigori di Zambotto, ma in compenso ha dato tuia mano alla Sampdoria a cogliere un risultato che fa sensazione. Dispiace, già dalle prime note del campionato, dover tirare in ballo un arbitro, soprattutto uno bravo come Gonella, ma in effetti il torinese è stato il vero protagonista dell’infuocato match di Marassi. Ha fischiato tre rigori, uno dei quali inesistente, è stato costretto, suo malgrado, ad accettare un gioco più rissoso che atletico.

Il Gonella di un anno o due fa non avrebbe lasciato in campo elementi che ad ogni entrata facevano volare l’avversario o che troppo spesso invece di colpire il pallone cercavano le gambe altrui. Gonella è stato indubbiamente coraggioso quando, dopo pochi minuti, ha fischiato il primo rigore, trasformato da Rivera: in quel momento, anche se si giocava soltanto da tre minuti, la partita era già caldissima e quando il torinese ha indicato il dischetto sono volati in campo sassi e c’è stato un lungo tentativo di invasione.

Gonella invece si è smentito quando ha pareggiato i conti dando anche alla Sampdoria un rigore che nemmeno una moviola truccata potrebbe avvalorare. Zignoli contrastava regolarmente Improta (semmai poteva esserci un fallo di ostruzionismo del sampdoriano) invece, fra la sorpresa generale, Gonella sentenziò il rigore e il Milan dopo l’ottima trasformazione di Improta, avvertì il colpo. Andò addirittura al tappeto quando, a tempo scaduto (c’erano però i molti minuti da recuperare), Schnellinger sollevò letteralmente Rossinelli motivando, questa volta a ragione, il deciso intervento di Gonella.

Logico che la Sampdoria, già considerata morta e sepolta, ne ricevesse una carica eccezionale, sfruttata subito all’inizio di ripresa quando, con un’azione volante, realizzò il terzo gol mettendo praticamente la parola fine alla contesa. Il Milan non si dimostrò affatto fragile nel morale, come diceva Vincenzi, reagì, segnò un gol col magnifico Chiarugi, sfiorò ripetutamente il pareggio anche se attaccando in massa offriva agli avversari l’occasione del contropiede.

Ma le offensive della Sampdoria ormai erano affidate a Cristin — sostituto dello sfortunato Maraschi, uscito infortunato dopo mezz’ora — il quale in preda ad autentico raptus calcistico, confondeva troppo spesso le caviglie dei rossoneri con la sfera. Sampdoria dunque grande come impegno agonistico, soprattutto nel periodo di sfortuna, Milan spesso all’altezza della sua fama, ma non certo fortunato nel momento di tirare le somme del gioco.

La partita di mercoledì a Belgrado non sembra essersi fatta sentire, tanto è vero che il finale è stato tutto di marca rossonera; ma nel momento decisivo, peraltro, Rivera ha tirato i remi in barca, Bianchi, già appannato, è completamente scomparso dalla lotta, per cui è toccato ai difensori, oltre che al tandem Bigon-Chiarugi, mettere a dura prova la ferrea retroguardia blucerchiata.

Partita dai mille colpi di scena, dunque, con due infortunati (dieci punti di sutura complessivi a Maraschi e Boni, quest’ultimo uscito con un occhio nero dal campo e in preda ad un evidente choc), tanti ammoniti (otto addirittura: Cacciatori, Lodetti, Boni, Cristin, Maraschi, Schnellinger, Rivera e Chiarugi), con un contorno di folla ruggente. La Sampdoria, risultato a parte, è andata oltre ogni ottimistica previsione anche sul piano del gioco, è stata eccezionale, addirittura, come ritmo e agonismo: un Lodetti cosi cattivo, ad esempio, non l’avevamo mai visto.

Nonostante gli scompensi a centrocampo, dove Boni continua a fare confusione e dove Improta conferma la propria leggerezza atletica (Vincenzi si può però consolare avendo tro¬ vato un implacabile rigorista), la Sampdoria si avvale di una grande difesa, con terzini tempestivi, un libero di classe, un valente stopper, mentre Lodetti, Badiani (oggi addetto a Rivera) e Salvi lavorano a stantuffo aprendo e chiudendo il gioco con ottima scelta di tempo.

Peccato che Maraschi sia uscito troppo presto (infortunatosi in uno scontro con Vecchi), perché l’anziano centravanti stava dimostrando, nonostante l’accorto controllo di Dolci, una buona intesa coi compagni. Dall’altra parte, un Milan e un Rivera a tratti eccezionali, con un calcio scintillante, privo di fronzoli, fatto di passaggi al volo e di aperture smarcanti; Chiarugi e Bigon lo completavano con i loro scatti, le loro serpentine, specialmente il primo, confermatosi in grande forma.

Valido e correttissimo Benetti, in una partita fatta apposta per i tackle scintillanti, discontinuo invece Bianchi, e un po’ apatico Bergamaschi. Bravi i terzini, senza colpe Vecchi, solito gladiatore Schnellinger. Cinque gol a Marassi, di cui tre dei blucerchiati non si vedevano da tempo. Apre le marcature Rivera su rigore, al 7′, dopo quattro minuti di discussioni. Gonella infatti aveva fischiato il penalty al 3′ per l’intervento di Santin su Bigon (in precedenza secondo i blucerchiati ci sarebbe stato un mani del milanista), ma prima di passare dalle parole ai fatti c’è voluto molto tempo e d’altronde il pallone era finito in mezzo al pubblico della gradinata che non voleva restituirlo.

Nel contempo c’era il tentativo di invasione del campo da parte di alcuni esagitati che premevano sulla rete di recinzione, ma che per fortuna non sono riusciti a completare la loro opera per il tempestivo intervento della polizia e dei carabinieri. Il pareggio è avvenuto al 37′, otto minuti dopo c’è l’uscita di Maraschi in barella dal campo. Cross di Lodetti nell’area rossonera, Zignoli contrasta col petto, Improta, leggero com’è, cade, Gonella accorre e indica il dischetto.

Fra la sorpresa generale, Improta tira e segna. L’ex napoletano concede il bis al 47′, dopo che Schnellinger ha sollevato da terra Rossinelli entrato come un razzo in area dopo aver dribblato Dolci e Anquilletti: stavolta Improta realizza sulla destra di Vecchi. Inizio di ripresa, azione volante Improta-Salvi, con finta del primo e apertura del secondo per Boni sull’altra parte dell’area di rigore: il centrocampista tira senza forza, la palla va rasoserra a sbattere sul palo a destra di Vecchi e si insacca.

Quattro minuti dopo, il gol di Chiarugi su punizione, una staffilata imprendibile: Rossinelli era entrato con troppa decisione su Bergamaschi, provocando l’intervento di Gonella. Poi tante occasioni, specialmente per i rossoneri, in particolare con Rivera, un cui tiro, alla mezz’ora, è stato respinto da Cacciatori mentre successivamente Benetti non è riuscito a mettere la palla di testa in rete. Per la Sampdoria una partenza assai felice che permette di rimediare alla pesante situazione per la sentenza dell’illecito sportivo. A questo punto, con un —1 in classifica, non è certo la fine del mondo. [Giorgio Gandolfi – LA STAMPA]

L’esplosione della folla è enorme. Incontenibile, quasi assurda quando Gonella fischia la fine e Vincenzi è stretto in un abbraccio frenetico dai suoi giocatori; questa gioia corale è subentrata al dramma creatosi dopo II gol del Milan che aveva gelato lo stadio. Poi Gonella ha rimediato, la Samp — miracolosamente salva — ha goduto gli onori del trionfo.

Il tutto a spese del Milan, il cui presidente Buticchi ha dato prova di un savoir-faire notevolissimo, prima rispondendo con grazia all’assedio dei giornalisti, poi vietando ai giocatori di rilasciare dichiarazioni. Una consegna che tutti hanno rispettato a modo loro.

Comincia Buticchi, impeccabile: « L’arbitro era vicino — dice, alludendo ai calci di rigore accordati da Gonella — se ha visto il rigore, era rigore. Non c’è altro da aggiungere, la partita l’avete vista tutti. Il Milan è stato al di sotto del suo rendimento abituale. Ma siamo tutti uomini, e i giocatori sono uomini anche loro ». Non una parola di più, una accusa soltanto larvata a Gonella, ma è tutto sottinteso: il Milan lascia Marassi con l’inequivocabile sensazione di essere stato turlupinato.

Rocco, dopo aver urlato tutta la sua rabbia negli spogliatoi, esce furente senza alcuna intenzione di parlare e per sua fortuna trova subito un giornalista cui ha — nella sua interpretazione — qualcosa da rimproverare e passa all’attacco, andandosene subito. Restano gli scampoli, le poche frasi strappate a dei giocatori abbacchiatissimi.

Con Chiarugi si parla di Zagabria, dove Il Milan era senza dubbio più felice. ‘ E’ meglio giocare all’estero. — commenta amaro Chiarugi. — Visto cosa è successo oggi? Meglio che stia zitto, altrimenti mi metto nei guai: E’ un concetto generale, questo di pensare alle conseguenze; se / milanisti dicessero tutto quello che pensano, oppure che sussurrano, sì verificherebbe una sequela di squalìfiche mai vista prima.

Zignoli, principale parte In causa sul calcio di rigore accordato alla Samp, non si dà pace: ‘ Sono intervenuto regolarmente, l’arbitro sembra abbia visto un fallo di mano. Controlleremo alla televisione; certo, in queste condizioni non si può continuare.

Vecchi, seccatissimo, commenta I due gol di Improta: ‘ Due gran belle finte; sul secondo tiro speravo si ripetesse, invece ha cambiato angolo. Bravissimo. In quanto a Boni, non mi aspettavo un tiro ragionato, immaginavo la cannonata. Bravissimo anche lui ». Ovvio che dall’altra parte l’atmosfera è del tutto diversa, oscilla fra il drammatico e il trionfale. Drammatico perché è appena uscito Maraschi con II viso stravolto dopo che lo hanno ricucito alla gamba, mentre Boni barcolla negli spogliatoi con un occhio chiuso con tanti colori dentro.

Trionfale perché alla Sampdoria è riuscito un colpo incredibile, cui nessuno mai osava sperare dopo che il Milan era andato in vantaggio. Vincenzi ha ancora il fiato corto, l’emozione sembra averlo stroncato: « Quando il Milan è andato In gol la prima volta — spiega — tutto il mondo mi è crollato addosso. In un primo momento la rimonta mi è sembrata una cosa Impossibile, ho pensato che tutto fosse perduto. Poi, questa squadra incredibile e meravigliosa mi ha riportato sulla terra, o meglio in cielo: non trovo neppure le parole per ringraziare I ragazzi come meritano». L’impresa della Samp, infatti, ha dell’incredibile; il successo è scaturito da una condotta di gioco spericolata, battagliera, a tratti ossessiva, cui non sono mancati colpi marrani.

Un trattamento che ha prima stupito il Milan e poi ha finito per travolgerlo. Una grossa soddisfazione per tutti, e in particolare per Lodetti, ex diavolo. « Penso che ci slamo meritati questa vittoria » dice il capitano. — Tutto sommato, però, l’arbitro vi ha dato una mano… « Penso proprio di no. I primi due calci dì rigore, quello a favore del Milan e l’altro concesso a noi, potevano anche non essere fischiati. Sul terzo, non credo ci siano discussioni. Quindi escludo che gli interventi del signor Gonella siano stati determinanti. Ecco perché dico che questa vittoria dell’entusiasmo e della volontà è più che regolare ».

Entusiasmo, d’accordo, ma un entusiasmo che a volte è sfociato In qualche Intervento a carattere intimidatorio. Lodetti, ragazzo intelligente che non rifiuta il dialogo anche se si fa spinoso, analizza questa eventualità e ribatte con calma: « Noi dobbiamo giocare così, di forza e di carattere, ma non credo che la Samp abbia superato i limiti Imposti dal regolamento. Certo, quando il Milan ha segnato ci slamo buttati dentro alla morte. Il Milan ci ha chiaramente Innervositi, specialmente con Rivera. Non ci sono abituati, I nostri avversari, a sentirsi aggredire e soprattutto non hanno l’abitudine a vedersi fischiare contro due calci di rigore ».

Insomma, si torna a Gonella sia pure con diverse intonazioni. L’arbitro ribatte con calma, dopo aver offerto un whisky ai giornalisti: – Se ho fischiato, avevo le mie buone ragioni. Stasera guardate la moviola della Domenica sportiva, prima di giudicarmi ». La cosa ha un’importanza relativa, ormai. La partita — che ha avuto aspetti da autentica caccia all’uomo — ha messo a dura prova soprattutto chi l’ha diretta. Ci sono state botte vistose.

Maraschi con sette punti di sutura al ginocchio, Boni, con l’occhio nero, in evidente stato di choc, e con tre punti di sutura al malleolo sinistro, tanto da far dire a Lodetti con qualche fondamento: « // Milan si lamenta dì una presunta aggressione, ma i feriti veri II abbiamo noi ». Fuori, la folla impazza, con una selva di bandieroni, campanacci, pupazzi blucerchiati a grandezza d’uomo che fanno mille salti di gioia.

Un clima euforico che Vincenzi cerca di mitigare in qualche modo: « Sono due punti di speranza ». Già, due punti conquistati — o meglio strappati con la forza della disperazione — che consentono di guardare ad un futuro che comincia a tingersi di rosa. [Beppe Bracco – LA STAMPA]

Le pagelle: Cacciatori 7; Santin 7, Rossinelli 7; Lodetti 7, Prini 6, Lippi 7; Badiani 6, Boni 5, Maraschi s.v. (dal 23′ Cristin, 5), Salvi 7, Improta 7. 

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