Tutte le partita ufficiali della stagione 1991/92 in ordine cronologico:
Genova, 24 Agosto 1991 – Supercoppa Italiana 1991
Sampdoria-Roma 1-0
75′ Mancini
Sampdoria (1-2-5-2): Pagliuca; Lanna; Mannini, Vierchowod; Lombardo (76′ Buso), Pari, Cerezo (61′ Invernizzi), Katanec, Silas; Vialli, Mancini. All. V.Boskov
Roma (1-3-4-2): Cervone; Nela; Garzya, Aldair, Carboni; Häßler, Bonacina, Giannini, Di Mauro (78′ Salsano); Völler (23′ De Marchi), Muzzi. All. C.Bianchi
- Arbitro: Lanese di Messina
Coppa Italia – Secondo Turno (Andata) – Genova, 28 Agosto 1991
35′ Buso [assist Katanec], 48′ Dionigi, 52′ Mancini (r), 66′ Mancini [assist Katanec]
1 Settembre 1991. La Samp scudettata e fresca vincitrice della supercoppa, cade a Cagliari nell’esordio di campionato. La squadra di Giacomini (esonerato di lì a poco), vince in rimonta dopo le reti doriane di Silas (punizione) e Mancini, intervallate dal rigore di Francescoli. Nella ripresa il fuoriclasse uruguaiano realizza un gol da cineteca, poi Herrera sigla la vittoria.
Modena, 4 Settembre 1991 – Coppa Italia – Secondo Turno (Andata)
34′ Silas, 43′ Pari, 53′ Pari
Per mezz’ ora si ha la netta sensazione che la Samp non sia ancora guarita dai mali di Cagliari: il Modena imbottito di riserve la tiene sulla corda e apre ufficialmente due o tre problemi a centrocampo. Teorema: se nel mezzo c’ è uno come Silas ci vuole qualcuno che corra per lui e se quel qualcuno è il venerando Cerezo allora ci vuole qualcuno che corra sia per il vellutato Silas che per lo stesso Cerezo. Risultato: Pari si spolmona e corre verso un destino segnato, quello di dover correre per la comunità di qui a giugno. Dopo mezz’ ora il Modena (bravissimo il diciassettenne Dionigi) si scarica e Silas trova la zampata in area che risolve la questione. Numeri di Mancini e via col bis al 41′ : grande servizio a Lombardo, cross e inzuccata vincente di Pari. Per il resto qualche gemma di Vialli per la platea (e per Vicini che è in tribuna) alle quali naturalmente si adegua Mancini ma la serata che corre via sul velluto nasconde comunque a Boskov il succo del problema. Ripresa senza Mancini e con Dossena al suo posto. Qualche progresso di Lombardo anche se la lucidità non è ancora quella dell’ anno scorso. Pari si toglie la soddisfazione personale di essere pure bomber per una notte e al 7′ segna ancora con una botta appena dentro l’ area su assist di Vialli. Il quale Vialli finisce per essere una delle note più liete della serata; nonostante venga martellato dal rude Circati offre due o tre spunti che tengono vivo un match segnato e strasegnato e fino alla fine dimostra di avere una gran voglia di giocare. Il delizioso Silas sembra più inserito nel contesto di un gioco che viene applicato a memoria. Resta da vedere quanto spessore saprà aggiungere a un centrocampo che proprio nel corridoio di mezzo ha denunciato finora le smagliature più preoccupanti.
Genova, 8 settembre 1991. II G.
Sampdoria-Hellas Verona 2-0
Cerezo [assist Vialli], Vialli [assist Cerezo]
SAMPDORIA: Pagliuca, Mannini M., Orlando Alessandro (Invernizzi dal 12′ del s.t.), Pari, Vierchowod, Lanna, Lombardo, Cerezo (Dossena dal 74′), Vialli, Mancini R., Silas. (12 Nuciari, 15 Bonetti I., 16 Bonetti I.).
VERONA: Gregori, Piubelli (Lunini dal 15′ del s.t.), Polonia, Rossi E., Pin C., Renica, Fanna (Tommasi al 42′ del p.t.), Icardi, Raducioiu, Prytz, Serena M. (12 Zaninelli, 15 Magrin, 16 Pelucchi).
Arbitro: Trentalange di Torino.
Bari, 15 settembre 1991. III G.
Bari-Sampdoria 1-1
7′ Vialli, 76′ Platt
BARI: Biato, Loseto II, Rizzardi, Terracenere, Calcaterra, Progna, Cucchi E. (Soda dal 22′ del s.t.), Fortunato D., Farina, Platt, Joao Paulo (Caccia dal 10′ del p.t.). (12 Alberga, 15 Maccoppi).
SAMPDORIA: Pagliuca, Mannini M., Orlando Alessandro (Bonetti D. dal 37′ del s.t.), Pari, Vierchowod, Lanna, Lombardo, Katanec, Vialli, Mancini R. (Dossena dal 28′ del s.t.), Silas. (12 Nuciari, 15 Invernizzi, 16 Cerezo).
Arbitro: Sguizzato di Verona.
18 Settembre 1991: All’esordio assoluto in Coppa dei Campioni, i campioni d’Italia disintegrano a Marassi i norvegesi di Boskov. Reti di Dossena e Lombardo nel primo tempo, ancora Dossena, Silas e Lombardo (strepitosa azione solitaria) nel secondo. Assist di Silas, Vialli, Cerezo e Lombardo.
Settembre 1991. La Samp tricolore, batte per il terzo anno di fila l’Inter a Marassi e questa volta in maniera travolgente. Partita a senso unico dopo il gol di Mancini lanciato da Vierchowod. Nel secondo tempo in contropiede arrotondano Lombardo (doppietta), e Vialli, che raggira Zenga con una giocata analoga a quella di Dossena col Mechelen nel 1989. Due assist per Silas.
Genova, 29 settembre 1991. V G.
Sampdoria-Ascoli 4-0
12′ Lombardo, 30′ Vialli [r], 32′ Mancini [assist Orlando], 40′ Vialli [assist Vierchowod]
SAMPDORIA: Pagliuca, Mannini M., Orlando Alessandro (Dossena dall’11’ del s.t.), Pari, Vierchowod, Lanna, Lombardo, Cerezo (Invernizzi dal 1′ del s.t.), Vialli, Mancini R., Silas. (12 Nuciari, 15 Zanutta G., 16 Buso).
ASCOLI: Lorieri, Aloisi, Pergolizzi, Enzo (Zaini dal 14′ del s.t.), Mancini O., Marcato, Cavaliere, Troglio, Bierhoff, Giordano B., Menolascina. (12 Bocchino R., 14 Di Rocco, 15 Bernardini, 16 Spinelli).
Arbitro: Boggi di Salerno.
2 Ottobre 1991. La partita in Norvegia è pura formalità incastonata tra il 4-0 all’Ascoli a la trasferta di Parma. I blucerchiati però subiscono la foga dei nordici, che dopo due pali trovano il gol nel finale. La Samp reagisce e ribalta in pochi minuti con Vialli e Mancini su rigore. Un palo anche per Buso.
Parma, 6 ottobre 1991. VI G.
Parma-Sampdoria 2-1
13′ Minotti, 57′ Vialli [r], 59′ Grun
PARMA: Taffarel, Benarrivo, Di Chiara II, Minotti, Apolloni, Grun, Melli I (Agostini dal 40 del s.t.), Zoratto I, Pulga (Nava dal 45′ del s.t.), Cuoghi, Brolin. (12 Ballotta, 15 Donati, 16 Catanese).
SAMPDORIA: Pagliuca, Mannini M., Orlando Alessandro (Cerezo dal 7′ del s.t.), Pari, Vierchowod, Lanna, Lombardo, Katanec (Dossena dal 7′ del s.t.), Vialli, Mancini R., Silas. (12 Nuciari, 15 Invernizzi, 16 Buso).
Arbitro: Lanese di Messina.
Genova, 20 ottobre 1991. VII G.
Sampdoria-Atalanta 0-2
Marcatore: Bianchezi al 7′ del s.t., Caniggia al 22′ del s.t..
SAMPDORIA: Pagliuca, Mannini M., Orlando Alessandro (Dossena dal 27′ del s.t.), Pari; Vierchowod, Invernizzi, Lombardo, Cerezo, Vialli, Mancini R., Silas. (12 Nuciari, 14 Lanna, 15 Bonetti D., 16 Katanec).
ATALANTA: Ferron, Cornacchia, Pasciullo, Bordin, Bigliardi, Porrini, Perrone, Stromberg, Bianchezi (De Patre dal 41′ del s.t.), Nicolini, Caniggia. (12 Ramon, 14 Sottil, 15 Orlandini, 16 Clementi).
Arbitro: Fucci di Salerno.
Budapest, 23 Ottobre 1991 – Coppa Campioni, 2° turno (andata)
Honved-Sampdoria 2-1
55′ Pisont, 58′ Cerezo, 72′ Cservenkai
Genova, 27 ottobre 1991. VIII G.
Genoa-Sampdoria 0-0
GENOA: Braglia, Torrente, Branco, Eranio, Caricola II, Signorini, Ruotolo, Bortolazzi, Aguilera, Skuhravy, Onorati. (12 Berti G., 13 Bianchi Andrea, 14 Ferroni II, 15 Fiorin, 16 Pacione).
SAMPDORIA: Pagliuca, Mannini M., Bonetti I., Pari, Vierchowod, Silas, Buso (Invernizzi dal 90′), Cerezo, Vialli, Mancini R., Dossena (Lombardo dal 28′ del s.t.). (12 Nuciari, 15 Orlando Alessandro, 16 Katanec).
Arbitro: D’Elia di Salerno.
Genova, 30 Ottobre 1991 – Coppa Italia 8vi di finale andata
Sampdoria-Bari 1-1
45′ Platt, 65 Vialli (r)
Napoli, 3 novembre 1991. IX G.
Napoli-Sampdoria 2-1
Zola al 3′ del p.t., Careca al 38′ del p.t., Blanc su autorete al 40′ del p.t..
NAPOLI: Galli Giovanni, Ferrara, Francini, Crippa, Alemao, Blanc, Pusceddu, De Napoli, Careca, Zola (Tarantino dal 37′ del s.t.), Padovano (De Agostini S. dal 29′ del s.t.).
SAMPDORIA: Pagliuca, Lanna (Buso dal 31′ del s.t.), Orlando Alessandro, Pari; Vierchowod, Bonetti I., Lombardo, Cerezo (Invernizzi dal 12′ del s.t.), Vialli, Mancini R., Silas. (12 Nuciari, 15 Katanec, 16 Dossena).
Arbitro: Luci di Firenze.
Genova, 6 Novembre 1991 – Coppa Campioni, 2° turno (ritorno)
Sampdoria-Honved 3-1
9′ Lombardo [assist Mancini], 26′ Vialli [assist Lombardo], 46′ Vialli [assist Mancini], 65′ Pari (a)
Genova, 17 novembre 1991. X G.
Sampdoria-Milan 0-2
Gullit al 20′ e al 25′ del s.t..
SAMPDORIA: Pagliuca, Lanna, Orlando Alessandro (Invernizzi dal 37′ del s.t.), Pari, Vierchowod, Katanec, Lombardo, Cerezo, Vialli, Mancini R., Silas. (12 Nuciari, 15 Bonetti D., 16 Bonetti I.).
MILAN: Rossi S., Tassotti, Maldini, Ancelotti, Costacurta, Baresi II, Evani (Galli F. dal 41′ del s.t.), Rijkaard, Van Basten, Gullit, Massaro. (12 Antonioli, 14 Albertini, 15 Donadoni, 16 Cornacchini).
Arbitro: Lanese di Messina.
Roma, 24 novembre 1991. XI G.
Roma-Sampdoria 2-0
Rizzitelli al 2′ del s.t., Giannini al 13′ del s.t..
ROMA: Cervone, De Marchi, Carboni, Piacentini, Aldair, Nela, Haessler (Salsano dal 19′ del s.t.), Di Mauro, Voeller (Carnevale dal 19′ del s.t.), Giannini I, Rizzitelli. (12 Zinetti, 15 Garzja, 16 Pellegrini III).
SAMPDORIA: Pagliuca, Bonetti D., Katanec, Pari, Vierchowod, Lanna, Lombardo, Cerezo (Buso dall’11’ del s.t.), Vialli, Bonetti I. (Invernizzi dal 33′ del s.t.), Silas. (12 Nuciari, 15′ Orlando Alessandro).
Arbitro: Pezzella di Frattamaggiore.
Genova, 27 novembre 1991 – Coppa Campioni, 1° giornata girone
Sampdoria-Crvena Zvezda 2-0
7′ Mancini [assist Vialli], 74′ Vialli [assist Mancini]
Dicembre 1991. Reduce da una brutta crisi in campionato (1 punto e 2 soli gol segnati in 5 partite), a causa anche degli impegni in coppa campioni, la Samp non va oltre lo 0-0 contro un buon Torino. Un pareggio che comunque darà il via a una lunga serie positiva. Partita combattuta, ma con pochi tiri in porta.
Bari, 4 Dicembre 1991 – Coppa Italia 8vi di finale (ritorno)
Bari-Sampdoria 2-2 d.t.s.
62′ Platt (r), 80′ Vialli (r), 102′ Soda, 118′ Cerezo [assist Buso]
Foggia, 8 dicembre 1991. XIII G.
Foggia-Sampdoria 0-0
FOGGIA: Mancini F., Codispoti, Grandini, Shalimov, Napoli T., Consagra, Rambaudi, Porro I, Baiano, Barone, Signori (12 Rosin, 13 Fresi, 14 Padalino, 15 Lo Polito, 16 Musumeci).
SAMPDORIA: Pagliuca, Mannini M., Katanec (Buso dal 17′ del s.t.), Pari, Vierchowod, Lanna, Lombardo (Bonetti D. dal 36′ del s.t.), Cerezo, Vialli, Silas, Bonetti I.. (12 Nuciari, 15 Orlando Alessandro, 16 Mancini R.).
Arbitro: Cinciripini di Ascoli Piceno.
Atene, 13 Dicembre 1991 – Coppa Campioni, 2° giornata girone
Panathinaikos-Sampdoria 0-0
–
Dicembre 1991. Dopo 8 partite senza vittoria (3 pareggi e 5 sconfitte), che hanno relegato i blucerchiati quasi in zona retrocessione, arriva una meritata vittoria a Marassi contro i bianconeri di Trapattoni che contendono il primo posto al Milan. E’ un gran colpo di testa di Katanec, che sovrasta Casiraghi e De Agostini su un cross di Mancini, a far esplodere il “Ferraris”.
Firenze, 5 gennaio 1992. XV G.
Fiorentina-Sampdoria 1-2
39′ Vierchowod [assist Bonetti I.], 73′ Vialli, 77′ Faccenda
FIORENTINA: Mareggini, Malusci II, Carobbi, Iachini, Faccenda, Pioli, Mazihno (Dell’Oglio dal 15′ del s.t.), Salvatori (Maiellaro dal 28′ del s.t.), Batistuta, Dunga, Branca. (12 Mannini A., 15 Matrone V., 16 Fiondella).
SAMPDORIA: Pagliuca, Mannini M., Katanec, Pari, Vierchowod, Lanna, Lombardo, Cerezo (Buso dal 44′ del s.t.), Vialli, Mancini R. (Silas dal 39′ del s.t.), Bonetti I.. (12 Nuciari, 15 Orlando Alessandro, 16 Bonetti D.).+
Arbitro: Felicani di Bologna.
Genova, 12 gennaio 1992. XVI G.
Sampdoria-Lazio 1-0
6′ Vialli [assist Mancini]
SAMPDORIA: Pagliuca, Mannini M., Katanec, Pari, Vierchowod, Lanna, Lombardo, Cerezo (Invernizzi dal 30′ del s.t.), Vialli (Buso dal 43′ del s.t.), Mancini R., Bonetti I.. (12 Nuciari, 15 Bonetti, 16 Silas).
LAZIO: Fiori, Bergodi, Sergio, Pin G., Corino, Soldà, Stroppa, Doll, Riedle, Melchiori, Sosa (Neri dall’8′ del s.t.). (12 Orsi, 14 Vertova, 15 Verga, 16 Capocchiano).
Arbitro: Baldas F. di Trieste.
19 gennaio 1992. La Samp trova la quarta vittoria consecutiva in serie A, vincendo a Cremona grazie a un gol di Lombardo su regalo dello stopper Gualco. Partita spigolosa, in cui le occasioni da gol sono state molte meno dei falli commessi. Pomeriggio difficile per Vialli e Mancini.
Genova, 26 gennaio 1992. XVIII G.
Sampdoria-Cagliari 1-1
Napoli al 22′ del p.t., Katanec al 10′ del s.t..
SAMPDORIA: Pagliuca, Mannini M., Katanec, Pari, Vierchowod, Lanna, Lombardo, Cerezo (Silas dal 1′ del s.t.), Viallli, Mancini R., Bonetti I.. (12 Nuciari, 15 Bonetti D., 16 Invernizzi).
CAGLIARI: Ielpo, Napoli N., Festa, Herrera (Chiti dal 17′ del s.t.), Firicano, Mobili, Bisoli, Gaudenzi, Francescoli (Villa M. dal 45′ del s.t.), Matteoli, Criniti. (12 Di Bitonto, 15 Greco, 16 Pistella).
Arbitro: Nicchi di Arezzo.
Verona, 2 febbraio 1992. XIX G.
Hellas Verona-Sampdoria 0-0
VERONA: Gregori, Calisti, Pellegrini I., Polonia, Pin C., Renica, Icardi, Serena M., Lunini (Pellegrini al 20′ del s.t.), Prytz (Magrin dal 23′ del p.t.), Raducioiu. (12 Zaninelli, 15 Piubelli, 16 Fanna).
SAMPDORIA: Pagliuca, Mannini M., Katanec, Pari, Vierchowod, Lanna, Lombardo, Cerezo (Silas dal 36′ del s.t.), Buso, Mancini R. (Invernizzi dal 45′ del s.t.), Bonetti I.. (12 Nuciari, 15 Orlando Alessandro).
Arbitro: Amendolia di Messina.
Genova, 9 febbraio 1992. XX G.
Sampdoria-Bari 1-1
Soda al 4′ del p.t., Mancini R. al 22′ del p.t. su rigore.
SAMPDORIA: Pagliuca, Mannini M., Katanec, Pari, Vierchowod, Lanna, Lombardo, Cerezo (Invernizzi dal 17′ del s.t.), Silas, Mancini R., Bonetti I. (Orlando Alessandro dal 1′ del s.t.). (12 Nuciari, 15 Bonetti I., 16 Zanutta G.).
BARI: Alberga, Brambati, Bellucci, Fortunato D., Jarni, Progna, Carbone A., Boban, Soda (Loseto II dal 37′ del s.t.), Platt (Maccoppi dal 19′ del p.t.), Giampaolo II. (12 Biato, 15 Laureri, 16 Rizzardi).
Arbitro: Quartuccio di Torre Annunziata.
Genova, 12 febbraio 1992 – Coppa Italia 4ti di finale (andata)
Sampdoria-Roma 1-0
89′ Vialli [assist Vierchowod]
Milano, 16 febbraio 1992. XXI G.
Inter-Sampdoria 0-0
INTER: Zenga, Bergomi, Orlando Angelo, Baggio D., Ferri II, Battistini, Klinsmann, Bianchi Alessandro (Grossi M.), Fontolan II (Ciocci dal 13′ del s.t.), Matthaus, Desideri. (12 Abate, 15 Montanari, 16 Pizzi).
SAMPDORIA: Pagliuca, Mannini M., Invernizzi, Pari, Vierchowod, Lanna, Cerezo (Silas dal 26′ del s.t.), Vialli; Buso, Bonetti I.. (12 Nuciari, 14 Bonetti D., 15 Orlando Alessandro, 16 Mancini R.).
Arbitro: Trentalange di Torino.
Ascoli, 23 febbraio 1992. XXII G.
Ascoli-Sampdoria 0-1
45′ Silas [assist Vialli]
ASCOLI: Lorieri, Aloisi (Marcato dal 41′ del s.t.), Pergolizzi, Pierleoni, Benetti, Cavaliere, Troglio, Bernardini, Bierhoff, Zaini, D’Ainzara. (12 Bocchino R., 14 Menolascina, 15 Mancini O., 16 Maniero).
SAMPDORIA: Pagliuca, Mannini M., Katanec, Invernizzi, Vierchowod, Lanna, Lombardo, Silas, Vialli (Orlando Alessandro dall’8′ del s.t.), Buso (Mancini R. dal 1′ del s.t.), Bonetti I.. (12 Nuciari, 15 Bonetti D., 16 Cerezo).
Arbitro: Merlino di Torre del Greco.
Roma, 26 febbraio 1992 – Coppa Italia 4ti di finale (ritorno)
Roma-Sampdoria 1-1
23′ Carnevale, 74′ Vierchowod [assist Mancini]
Genova, 1° marzo 1992. XXIII G.
Sampdoria-Parma 2-0
Orlando al 22′ del s.t., 90′ Mancini [assist Silas]
SAMPDORIA: Pagliuca, Mannini M., Katanec, Pari, Vierchowod, Lanna (Bonetti dal 1′ del s.t.), Lombardo (Cerezo dal 40′ del s.t.), Silas, Vialli, Mancini R., Orlando Alessandro. (12 Nuciari, 15 Invernizzi, 16 Buso).
PARMA: Taffarel, Benarrivo, Di Chiara II, Minotti, Apolloni, Grun, Melli I, Zoratto I, Osio (Catanese dal 15′ del s.t.), Cuoghi, Agostini (Osio dal 28′ del s.t.) (12 Ballotta, 15 Nava, 16 Pulga).
Arbitro: Collina di Viareggio.
Bruxelles, 4 Marzo 1992 – Coppa Campioni, 3° giornata girone
Anderlecht-Sampdoria 3-2
27′ Vialli [assist Mancini], 54′ Degryse, 62′ Vialli [assist Mannini], 67′ Nilis, 90′ Nilis
Bergamo, 8 marzo 1992. XXIV G.
Atalanta-Sampdoria 0-0
ATALANTA: Ferron, Valentini M., Pasciullo, Minaudo (Piovanelli dal 32′ del s.t.), Bigliardi, Stromberg, Perrone (Bracaloni al 38′ del s.t.), Bordin, Bianchezi, Nicolini, Caniggia. (12 Malgioglio, 15 Cornacchia, 16 Sottili).
SAMPDORIA: Pagliuca, Mannini M., Katanec, Pari, Vierchowod, Lanna, Lombardo, Invernizzi, Vialli, Mancini R. (Silas dal 45′ del s.t.), Bonetti I.. (12 Nuciari, 14 Bonetti D., 15 Orlando Alessandro, 16 Buso).
Arbitro: Fabricatore di Roma.
Genova, 15 marzo 1992. XXV G.
Sampdoria-Genoa 2-2
Signorini al 3′ del p.t., 15′ Katanec [assist Lombardo], Bortolazzi al 18′ del p.t., Mancini R. al 41′ del p.t..
SAMPDORIA: Pagliuca, Bonetti D., Katanec, Pari, Vierchowod, Invernizzi, Lombardo, Cerezo, Vialli, Mancini R., Bonetti I. (Silas dal 32′ del s.t.). (12 Nuciari, 14 Orlando Alessandro, 15 Zanutta G., 16 Buso).
GENOA: Braglia, Torrente, Branco, Eranio, Collovati, Signorini, Ruotolo, Bortolazzi, Aguilera, Skuhravy, Fiorin. (12 Berti G., 13 Iorio, 14 Ferroni II, 15 Caricola II, 16 Onorati).
Arbitro: Trentalange di Torino.
Genova, 18 Marzo 1992 – Coppa Campioni, 4° giornata girone
Sampdoria-Anderlecht 2-0
35′ Lombardo, 37′ Mancini [assist Lombardo]
Parma, 21 Marzo 1992 – Coppa Italia, semifinale (andata)
Parma-Sampdoria 1-0
50′ Brolin
Genova, 29 marzo 1992. XXVI G.
Sampdoria-Napoli 1-1
Padovano al 2′ del s.t., 59′ Lanna [assist lombardo]
SAMPDORIA: Pagliuca, Mannini M. (Cerezo dal 39′ del p.t.), Katanec (Silas dal 37′ del s.t.), Pari, Bonetti D., Lanna, Lombardo, Invernizzi, Vialli, Mancini R., Bonetti I.. (12 Nuciari, 15 Orlando Alessandro).
NAPOLI: Galli Giovanni, Ferrara, Francini, Crippa (De Agostini S. dal 18′ del p.t.), Alemao, Corradini, Pusceddu, De Napoli, Careca, Zola, Silenzi (Padovano dal 1′ del s.t.). (12 Sansonetti, 15 Tarantino M., 16 Mauro III).
Arbitro: Felicani di Bologna.
Sofia, 1 Aprile 1991 – Coppa Campioni, 5° giornata girone
Crvena Zvezda-Sampdoria 1-3
11′ Mihajlovic, 33′ Katanec [assist Mancini], 48′ Vasilijević (a), 75′ Mancini [assist Vialli]
Se non e’ Wembley poco ci manca. Di sicuro, alla Sampdoria ieri sera non e’ mancato nulla, ne’ il coraggio, ne’ la voglia, ne’ i gol. Ha battuto la Stella Rossa rimontandola, ha avuto tutto quando ha perso Cerezo, subi’ to un gol e giocato in condizioni ambientali difficili con un arbitro che poco o niente l’ ha tutelata. Quando la squadra ha trovato il pareggio con Katanec, il pessimo portoghese Dos Santos gliene ha negato un altro regolare su torbida segnalazione del guardalinee.
Ma la Sampdoria ha Vialli che cerca il raddoppio e lo trova grazie a un’ autorete, e ha Mancini che da’ il colpo di grazia nel cuore della ripresa proprio all’ apice dello sforzo che stava compiendo la Stella Rossa, che invece non ha il vero Savicevic. E’ stata una battaglia vera con poco calcio buono, nove ammoniti e il pubblico jugoslavo (distintosi gia’ per gli incidenti nel pomeriggio) che urlava, soffiava, insultava (anche due striscioni in italiano: uno ironico e uno osceno contro Francesca Mantovani, la figlia del presidente doriano). Ma alla fine e’ stato bello sentire dallo stadiolo spento sorgere un applauso caldo verso gli undici giocatori della Samp che in canottiera correvano verso la finale di coppa dei Campioni.
Ora basta anche pareggiare con il Panathinaikos anche se mancheranno sicuramente Lombardo, Vierchowod, Ivano Bonetti, che verranno squalificati dopo l’ ammonizione di ieri. Succede subito molto. Nemmeno cinque minuti, e Cerezo comincia a zoppicare, colpa forse di una botta, stavolta fortuita, a centrocampo. Boskov e’ costretto a farlo uscire al 10′ , rimpiazzandolo con Invernizzi. Come annunciato, Dario Bonetti e’ il libero, Lanna va in marcatura. Su Pancev c’ e’ lui, mentre Vierchowod si dedica a Savicevic. Pari prende Bolic, l’ unico uomo un po’ a sorpresa della Stella Rossa, Lombardo invece sulla fascia trova Mihajlovic.
Il primo tiro e’ di Jugovic al 9′ (Pagliuca si distende e devia), il secondo e’ di Mihajlovic ed e’ gol. Arriva su punizione procurata da una sventatezza di Lanna che, prima anticipa Pancev, poi ritarda il rinvio e si fa soffiare il pallone. Per evitare guai provoca il fallo, poco fuori dal vertice sinistro dell’ area. Alla battuta va Mihajlovic e la traiettoria, fortemente arcuata, si infila sul primo palo dove Pagliuca non puo’ arrivare. La partita prende subito una brutta piega anche perche’ , senza Cerezo, la Samp perde nella costruzione del gioco e non riesce a cambiare la marcia ma almeno cambia il corso del primo tempo, al 33′ , con una rete che vuole fortemente Katanec.
Sul cross di Lanna, lo sloveno si arrampica piu’ in alto di tutti, Mancini gli offre sponda e petto e Katanec butta dentro di prepotenza. Non cambia il gioco ma cambia tutto. Palla al centro, Dario Bonetti sradica una palla e lancia dentro per Invernizzi che si infila in un corridoio senza oppositori, smarca Lombardo a destra e il guardalinee segnala un inesistente fuorigioco. L’ episodio lascia cicatrici sulla Stella Rossa che disarticola la propria manovra, viene ributtata indietro da un centrocampo reso molto tonico da Invernizzi, non riesce piu’ neppure il tiro da lontano su uno dei quali (di Bolic) Pagliuca sembra in ritardo.
Quel che alla Samp toglie l’ iniquo guardalinee viene restituito dalla sorte. Su un allungo di testa di Mancini, che batte il lento Radinovic sullo stacco, Vialli coglie in controtempo Vasilijevic e Milojevic. L’ attaccante fila verso la porta e l’ avversario jugoslavo nel tentativo di anticiparlo tocca alle spalle del proprio portiere. La Stella e’ talmente spenta che si segnala solo con una girata, debole, di Pancev in mano a Pagliuca. Tornano a mordere quelli della Stella all’ inizio della ripresa, Savicevic finalmente si vede per un colpo di tacco che libera il cross di Radinovic da destra, sulla traiettoria Lanna ci mette il piede e anticipa Pancev in corner.
L’ arma migliore degli jugoslavi resta ancora il tiro da lontano (Jugovic al 14′ ) anche perche’ davanti Savicevic, Wierchowod a parte, zoppica vistosamente e non puo’ scattare. A Pancev Lanna lascia solo un colpo di testa, di poco alto sulla traversa. Non funzionano piu’ le punizioni di Mihajlovic, visto che un paio finiscono addosso alla barriera della Samp. Popovic rischia ma gli va male. Due minuti dopo aver tolto Radinovic, un marcatore per Ivic, un attaccante, la Samp chiude il conto con una prodezza di Mancini, assistito da Vialli che prima gli regala un velo e poi un servizio di destro: Mancini lo controlla anticipando Vasiljevic, lascia che la palla superi l’ avversario, sfiori l’ erba e poi la deposita in rete.
La Sampdoria ormai vola, la Stella Rossa e’ sulle ginocchia, non le riesce piu’ niente, mentre gli uomini di Boskov potrebbero addirittura realizzare la quarta rete in contropiede ma sembrano non infierire. Finisce con Vialli abbattuto in area da un avversario, l’ attaccante resta a terra ed esce dal campo sorretto dai compagni. La battaglia e’ finita, ma solo la Samp va avanti.
Le pagelle:
Pagliuca 6 D. Bonetti 6,5 Katanec 7 Pari 6,5 Vierchowod 6,5 Lanna 6,5 Lombardo 7 Cerezo s.v. (Invernizzi 7) Vialli 7,5 R. Mancini 8 I. Bonetti 6,5.
Giancarlo Padovan (Corriere della Sera)
Milano, 5 aprile 1992. XXVII G.
Milan-Sampdoria 5-1
Rijkaard al 34′ del p.t., Evani al 9′ del s.t., Van Basten al 17′ del s.t., Massaro al 37 del s.t., Vialli al 39′ del s.t. [assist Vierchowod], Albertini al 41′ del s.t..
MILAN: Rossi S., Tassotti, Maldini, Albertini, Costacurta, Baresi II, Evani (Fuser dal 26’del s.t.), Rjikaard, Van Basten (Serena A. dal 38′ del s.t.), Donadoni, Massaro. (12 Antonioli, 15 Gambaro, 16 Ancelotti).
SAMPDORIA: Pagliuca, Bonetti D., Katanec, Pari, Vierchowod, Lanna, Lombardo, Invernizzi, Vialli, Mancini R., Bonetti I. (12 Nuciari, 13 Mannini M., 14 Orlando Alessandro, 15 Silas, 16 Buso).
Arbitro: Mughetti di Cesena.
Genova, 12 aprile 1992. XXVIII G.
Sampdoria-Roma 1-1
Giannini I al 44′ del s.t., Silas al 45′ del s.t..
SAMPDORIA: Pagliuca, Bonetti D. (Mannini M. dal 1′ del s.t.), Invernizzi (Orlando Alessandro dall’11’ del s.t.), Pari, Vierchowod, Lanna, Lombardo, Silas, Vialli, Mancini R., Bonetti I.. (12 Nuciari, 15 Zanutta G., 16 Buso).
ROMA: Zinetti, Garzya, Carboni, Piacentini, Aldair, Comi, Haessler, Bonacina, Voeller, Giannini I, Rizzitelli (Muzzi dal 16′ del s.t.) (12 Tontini, 14 Rossi D., 15 Salsano, 16 Carnevale I).
Arbitro: Ceccarini di Livorno.
Genova, 15 Aprile 1991 – Coppa Campioni, 6° giornata girone
Sampdoria-Panathinaikos 1-1
27′ Marangos, 36′ Mancini [assist Invernizzi]
Torino, 18 aprile 1992. XXIX G.
Torino-Sampdoria 1-1
Casagrande al 17′ del p.t., Katanec al 39′ del p.t. [assist Buso]
TORINO: Marchegiani L., Bruno, Benedetti S., Fusi, Annoni (Vieri dal 1′ del s.t.), Cravero, Scifo (Cois dal 14′ del s.t.), Sordo, Casagrande, Martin Vasquez, Policano. (12 Di Fusco, 15 Donà, 16 Puglisi).
SAMPDORIA: Pagliuca, Mannini M., Katanec (Silas dal 41′ del p.t.), Orlando Alessandro, Vierchowod, Lanna (Bonetti D. dal 3′ del s.t.), Lombardo, Invernizzi, Buso, Mancini R., Bonetti I.. (12 Nuciari, 15 Pari, 16 Vialli).
Arbitro: D’Elia di Salerno.
Genova, 26 aprile 1992. XXX G.
Sampdoria-Foggia 1-1
Ramabudi al 23′ del p.t., Vialli al 20′ del s.t.. [assist Cerezo
]
SAMPDORIA: Pagliuca, Mannini M., Katanec, Pari, Vierchowod, Lanna, Lombardo, Invernizzi (Cerezo dal 12′ del s.t.), Vialli, Mancini R., Bonetti I. (Silas dal 22′ del s.t.). (12 Nuciari, 15 Bonetti D., 16 Buso).
FOGGIA: Mancini F., Petrescu, Grandini (Codispoti dal 1′ del s.t.), Picasso, Matrecano, Padalino (Consagra dal 32′ del s.t.), Rambaudi, Shalimov, Baiano, Barone, Signori. (12 Rosin, 15 Porro I, 16 Kolyvanov).
Arbitro: Bazzoli di Merano.
Genova, 30 Aprile 1992 – Coppa Italia, semifinale (ritorno)
Sampdoria-Parma 2-2 dts
77′ Pari [assist Buso], 97′ Melli, 103′ Melli, 120′ Vierchowod
Torino, 3 maggio 1992. XXXI G.
Juventus-Sampdoria 0-0
JUVENTUS: Peruzzi, Luppi, Marocchi, Reuter, Carrera, Julio Cesar, Di Canio (Corini dal 12′ del s.t.), Galia, Schillaci (Alessio dal 31′ del s.t.), Baggio I, Casiraghi. (12 Tacconi, 15 De Agostini L., 16 Conte I).
SAMPDORIA: Pagliuca, Mannini M., Katanec (Invernizzi dal 22′ del s.t.), Pari, Vierchowod, Lanna, Lombardo, Cerezo (Silas dal 22′ del s.t.), Vialli, Buso, Bonetti I.. (12 Nuciari, 15 Orlando Alessandro, 16 Bonetti D.).
Arbitro: Cinciripini di Ascoli Piceno.
Genova, 10 maggio 1992. XXXII G.
Sampdoria-Fiorentina 2-0
Buso al 41′ [assist Lombardo], Pari al 13′ del s.t.. [assist Cerezo]
SAMPDORIA: Pagliuca, Mannini M., Katanec, Pari, Vierchowod, Lanna, Lombardo, Cerezo (Invernizzi dal 33′ del s.t.), Vialli, Buso (Mancini R. dal 10′ del s.t.), Bonetti I.. (12 Nuciari, 15 Orlando Alessandro, 16 Silas).
FIORENTINA: Mareggini, Malusci II, Carobbi, Dunga, Faccenda, Pioli, Dell’Oglio, Mazinho, Branca, Orlando M. (Maiellaro dal 17′ del s.t.), Salvatori (Borgonovo dal 29′ del s.t.). (12 Mannini A., 15 Matrone V., 16 Fiondella).
Arbitro: Sguizzato di Verona.
Maggio 1992. L’unica vittoria doriana degli anni ’90 contro la Lazio a Roma arriva a pochi giorni dalla finale di Coppa dei Campioni. Boskov schiera Buso al posto di Mancini (assente) e l’ex juventino sfrutta l’occasione decidendo la partita. Dopo l’immediato vantaggio dei biancocelesti infatti l’attaccante va a segno una volta per tempo su assist di Bonetti e Vierchowod.
London, 20 Maggio 1992 – Coppa Campioni, finale
Barcelona-Sampdoria 1-0 dts
112′ Koeman
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Arbitro: Aron Schmidhuber (GER).
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Ammoniti: Bakero, Mannini, Vierchowod, Mancini.
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Spettatori: 72.000 circa.
I Blucerchiati arrivano all’Olimpo del calcio Europeo quando giocano, per la prima volta, in Coppa dei Campioni nella stagione 91/92. La Samp,addirittura, conquista la Finale dopo aver disputato un esaltante cammino.
E’ il 20 Maggio e si gioca a Wembley con il Barcellona. Purtroppo una buona dose di sfortuna ed una punizione piuttosto ambigua assegnata in favore dei Catalani decidono la gara in favore di quest’ultimi. Quel 20 Maggio Londra è meta di ben 30.000 cuori Blucerchiati!
Probabilmente non esiste nella storia del calcio un uomo che sia stato più decisivo di Johan Cruijff nel cambiare le sorti di una squadra. Dal suo arrivo in Catalogna, estate 1973, Cruijff divenne presto un simbolo popolare: un anno dopo chiamò suo figlio con un nome catalano (Jordi), e vinse la Liga dopo ben 14 anni di digiuno. Il definitivo impatto di Cruijff sul Barcellona si avrà per le sue idee: prima, a fine anni ’70, quando suggerì di creare una struttura moderna per il settore giovanile, utilizzando La Masia come residenza per i giovani calciatori; poi da allenatore, nel 1988, quando ebbe inizio la vera grande epopea di un Barcellona “nuovo”.
L’olandese, con il suo credo calcistico, cambiò per sempre la mentalità e la storia del club catalano; da “equipo exquisito y melancolico”, nelle parole dello scrittore Javier Marías, con una costante tensione verso il complottismo e il vittimismo, a macchina di vittorie, capace di vincere 6 trofei in un solo anno (il 2009) e di macinare record su record. Dal suo arrivo sulla panchina blaugrana fino a oggi il Barça ha vinto più campionati (13) che nei precedenti 60 anni (10). A livello europeo la differenza è ancora più impressionante: prima del Cruijff allenatore, solo due vittorie europee (Coppa delle Coppe) in quasi novant’anni di storia; dopo, ben 13 titoli in meno di 30 anni.
Proprio grazie a Cruijff il Barça riuscì a rompere la maledizione della Coppa dei Campioni (due finali perse nel 1961 e 1986) e a vincere l’ultima edizione prima del cambio di nome, quella del 1992. L’avversario, quella sera del 20 maggio a Wembley, era la Sampdoria, che lo stesso Marías (di fede madridista) paragonò in un celebre articolo allo Sporting Gijón. Si sbagliava di grosso (con tutto il rispetto per gli asturiani): quella era la Samp di Boskov, del DS Paolo Borea, di Vialli e Mancini, di Pagliuca e di tanti altri. Era soprattutto la Samp del presidente Paolo Mantovani: un altro uomo che stava cambiando completamente il destino e la storia del suo club, con idee razionali e illuminate.
Dal 1973 al 1976 Mantovani era stato addetto stampa dei blucerchiati; poi decise di acquistare la squadra nel 1979. La scalata della Sampdoria al calcio italiano fu metodica: piccoli, ma decisivi passi ogni anno sul mercato (per citare i giocatori presenti a Wembley: Vierchowod nel 1981, Mancini nel 1982, Pari nel 1983, Vialli e Mannini nel 1984, Cerezo nel 1986, Pagliuca nel 1987, Katanec, Invernizzi e Lombardo nel 1989, Bonetti nel 1990, Buso nel 1991, più Lanna dal settore giovanile), puntando su giovani talenti da far maturare con calma.
Questa strategia fu premiata da una progressione di successi: la Coppa Italia nel 1985, nel 1988 e nel 1989; la finale di Coppa delle Coppe del 1989 persa proprio contro il Barça di Cruijff, e quella del 1990 vinta contro l’Anderlecht, il primo titolo europeo dei blucerchiati. Poi, nel 1991, lo Scudetto. Quella finale del 1992 era l’ultima tappa di uno splendido percorso, tutto tranne che un evento casuale e straordinario.
Le due squadre si conoscevano già molto bene e si rispettavano: dopo la finale di Coppa delle Coppe del 1989, vinta per 2-0, il Barça aveva cambiato molti giocatori, ma non il suo stile di gioco. La Samp invece, era rimasta quasi la stessa squadra, ma aveva guadagnato fiducia: erano entrambe squadre vincenti. Il Barça (con un’orrenda maglia arancione) praticava un ibrido tra più moduli: in teoria un 3-4-3 con posizioni molto fluide e in cui si cercava, sempre e soprattutto, la superiorità con il pallone, per disorientare l’avversario.
L’asse portante era formato da un difensore centrale come Koeman, ex centrocampista, in grado di impostare in modo perfetto (per Cruijff l’inizio azione era la fase più importante del gioco), un giovane Guardiola a dettare i tempi, Bakero a cercare la posizione tra le linee avversarie, e gli attaccanti in continuo movimento, per dare ampiezza o superiorità al centro in base ai momenti, con Laudrup falso centravanti, affiancato da Salinas e Stoichkov.
Per Cruijff la posizione più importante era quella di Bakero, cioè una mezzapunta che doveva ricevere tra le linee, ma spalle alla porta, per restituire il pallone a un compagno con il campo davanti e quindi in grado di cambiare il ritmo della circolazione di gioco. La Samp di Boskov scese in campo con un 4-4-2 di base, con Mannini sulla destra e Marco Lanna nel ruolo di libero; un’ala d’attacco (Lombardo), un centrocampista di manovra (Cerezo) affiancato da un mediano come Pari; e una coppia d’attacco molto affiatata, quella tra il centravanti Vialli e il numero 10 Mancini.
Poco prima di entrare in campo, il tecnico olandese aveva detto ai suoi giocatori una semplice frase, «Salid y disfrutad»: cioè entrate in campo e godetevela. Di divertimento ce ne fu poco, però, sia per i giocatori che per gli spettatori: le squadre erano molto, troppo, attente a non commettere errori. Il primo tempo in particolare è quasi inguardabile (testimoniato anche dal basso dato dell’IPO di SICS: 15-13).
Il fraseggio corto, specialità del “Dream Team” di Cruijff, non funzionava bene: Guardiola era frenato dalla gabbia preparata da Boskov; Bakero, Eusebio e Laudrup, i tre riferimenti del gioco tra le linee, non riuscivano mai a liberarsi per ricevere un passaggio senza essere braccati da un giocatore avversario. La Samp si raggruppava bene nella propria metà campo, non dava spazio al possesso catalano in zona centrale, ma poi aveva problemi in ripartenza, nonostante il continuo movimento di Vialli sul fronte offensivo.
La Sampdoria creava pericoli quasi solo sui calci piazzati, perché i suoi saltatori erano di gran lunga migliori (oltre che effettivamente più alti), e perché Cruijff non preparava strategie specifiche per corner e punizioni (si limitava a posizionare le tre punte fuori dall’area di rigore, impedendo così ai difensori avversari di salire). È proprio Andoni Goikoetxea, un giocatore che disputò quella finale, a rivelarci questo dettaglio nella “nuova” telecronaca di quella partita: il basco confessa che in effetti a ogni calcio piazzato i giocatori catalani provavano un brivido lungo la schiena.
Le difficoltà dei campioni d’Italia in impostazione erano talmente grandi che dopo venti minuti Lanna era costretto a defilarsi, lasciando a Cerezo il compito di iniziare l’azione.
Il pressing catalano sul primo possesso blucerchiato: Cerezo prova ad abbassarsi, ma è circondato; Lanna fa il libero, ma è impaurito e la passa indietro a Pagliuca, che la blocca con le mani. All’epoca, quindi, il pressing alto era una tattica ancora più difficile, visto che i difensori avevano un appoggio sicuro nel portiere.
In fase di contenimento la Samp si schierava a volte con un 5-3-2 con Mannini, Lanna e Vierchowod centrali di difesa, oppure con un 4-5-1 in cui Vialli era l’unico riferimento offensivo e Mancini si sacrificava sulla sinistra in ripiegamento: tale duttilità era permessa anche da Bonetti, in grado di ripiegare fino a terzino sinistro, e da Katanec, che occupava praticamente tutti i ruoli del centrocampo.
Il Barça reagiva a questo blocco centrale cercando sempre di giocare in ampiezza, senza troppo successo: Laudrup e Stoichkov si alternavano sulla fascia sinistra, molto larghi, all’altezza della linea laterale. Bakero (secondo le rilevazioni SICS, per il basco 4 assist, 6 passaggi chiave, 1 dribbling, 10 palle recuperate e 10 duelli vinti: dati che spiegano l’apprezzamento di Cruijff) era marcato quasi a uomo da Toninho Cerezo, un altro grande giocatore costretto a sacrificarsi.
Il primo tempo non poteva che terminare 0-0: la Samp sembrava interessata solo a chiudere gli spazi ai blaugrana, con successo, ma senza arrivare a tre passaggi di fila nella trequarti avversaria; il Barça cercava con pazienza di aprire il gioco e di trovare delle soluzioni, ma non riusciva a trovare spunti individuali. Solo Stoichkov e Laudrup, due grandi campioni, avevano le capacità per saltare sempre l’uomo, ma nessuno aveva la velocità di azione e di gioco di un Messi, giusto per capirci.
Guardiola era stato tagliato fuori dal gioco (i suoi dati sono deludenti: solo 5 passaggi chiave, e più palle perse che recuperate), e a dettare i tempi c’era solo Koeman, che giocava quasi da centrocampista centrale (e che ha chiuso la partita con dati da regista: 4 assist, addirittura 14 passaggi chiave, 8 palle recuperate e ben 8 duelli vinti), cercando sempre di aprire il gioco in diagonale.
Sette minuti di gioco e il Barça ha già la linea difensiva altissima, schierata addirittura oltre la linea di centrocampo: Koeman, alla fine, diventa un vero regista. Non c’è pressing sampdoriano sul primo possesso, ma Guardiola è in una gabbia di tre giocatori, e non ci sono linee di passaggio vicine oltre a quelle orizzontali.
Nel secondo tempo il Barça si dimostrava immediatamente aggressivo (a fine partita ben 12 palle recuperate nella metà campo avversaria), con le linee sempre più alte (a fine partita, l’altezza media delle palle recuperate è di 42 metri), e nei primi cinque minuti, seppur in modo casuale, era riuscito a concretizzare il suo dominio: ci pensò Pagliuca a salvare il risultato, con delle vere prodezze (su Salinas, Stoichkov ed Esuebio).
La linea difensiva era passata da 3 a 4 nel secondo tempo, per tornare alla conformazione originaria dopo pochi minuti. La mossa, infatti, non aveva prodotto grandi effetti, anche perché rendeva più difficile il sostegno di Koeman alla manovra. A spiccare nel Barça già allora era la mancanza di ruoli predefiniti: nella posizione di centravanti si alternavano prima Laudrup, poi Stoichkov, poi Salinas e persino Bakero. Insomma, si capisce bene da chi abbia preso il Guardiola allenatore.
La Sampdoria continuava a raccogliersi a ridosso della propria aerea, ma senza risolvere il problema della fase offensiva: c’era troppo campo da percorrere in contropiede. Quando i blucerchiati provavano ad attaccare in modo ragionato, ricorrevano spesso a lanci lunghi, finendo quasi sistematicamente in fuorigioco (ben 11 volte).
L’unica possibilità era di partire in contropiede sulla fascia destra puntando sulla velocità di Attilio Lombardo, l’uomo in più della squadra di Boskov. Sempre pronto ad attaccare lo spazio tra Nando e Juan Carlos, sembrava incontenibile perché nel Barça non c’era nessuno con il suo passo (ed è infatti il giocatore sampdoriano con il miglior score: un assist, 2 cross, 5 dribbling riusciti e addirittura 19 duelli vinti).
Proprio in questo modo la Samp riuscì a creare una grandissima occasione: contropiede veloce con il numero 7 che saltava avversari in velocità e serviva un cross al centro per Vialli, che con furbizia bruciava Koeman, ma a due passi da Zubizarreta sbagliava la volée.
Per assurdo, pochi minuti dopo era il Barcellona ad andare vicinissimo al gol in contropiede: la Samp si era spezzata in due su un calcio piazzato nella trequarti avversaria e aveva perso il pallone; Laudrup (2 assist, 4 dribbling riusciti e 14 duelli vinti) serviva una splendida palla filtrante di esterno per Stoichkov (1 assist, 2 dribbling, 10 duelli vinti), che, di destro, con un tiro a incrociare colpiva il palo interno alla destra di Pagliuca. Sarebbe stata una vera beffa tattica.
Le difficoltà della Samp in fase di impostazione: Cerezo è bloccato e non ha linee di passaggio facili; cerca un’apertura sulla desta che finirà in fallo laterale.
Il tridente offensivo dei catalani diventava sempre più aperto sul campo, nel tentativo di allargare la linea difensiva sampdoriana, che però riusciva a limitare i danni grazie ai raddoppi sulle fasce. Goikoetxea, una vera e propria ala, sostituiva Salinas nel tentativo di garantire più spinta sulla destra.
Quando la Samp provava qualche movimento offensivo più elaborato, si accorgeva che la linea difensiva catalana non era propriamente imbattibile: ad esempio, Mancini si abbassava sulla trequarti mentre Vialli correva in direzione opposta per attaccare la profondità. A venti minuti dalla fine, un rasoterra verticale dalla difesa riusciva a bucare la difesa del Barça, permettendo al centravanti (allora con una folta capigliatura) di sfidare Koeman in velocità (l’unico difetto del difensore olandese), per lasciar partire un tiro che solo l’istinto di Zubizarreta riuscì a salvare.
Una volta assimilata l’incapacità della Samp di iniziare l’azione dalla difesa, Boskov aveva spostato Katanec in posizione di rifinitore statico dietro le punte, ma solo per raccogliere di testa i lanci lunghi (incredibilmente potenti e precisi, da portiere sudamericano) di Pagliuca: sulle spizzate dello sloveno, i blucerchiati potevano creare qualche pericolo.
Pochi secondi dopo, proprio in questo modo la Samp ebbe l’occasione della partita: Guardiola perdeva un duello aereo con Katanec e Mancini riceveva il pallone avendo visto in anticipo il movimento di Vialli ad attaccare lo spazio. Il centravanti della Samp, davanti al portiere avversario, provava un tocco morbido, quasi un pallonetto laterale, che usciva però di pochi centimetri.
Un’altra opportunità sprecata dal numero 9, che proprio nei giorni precedenti la finale era stato al centro di voci sempre più insistenti di mercato (era in realtà già stato ceduto alla Juventus): un Vialli combattivo, ma impreciso, con la testa piena di tanti, troppi pensieri. I 90 minuti, piuttosto scialbi, finivano con un risultato inevitabile, visto l’andamento di gioco. Nei supplementari, Cruijff provava a cambiare lo schema tattico della sua squadra: Stoichkov diventava prima punta, con Bakero dietro a supporto e Laudrup e Goikoetxea sulle fasce, in una sorta di 3-3-1-3.
All’improvviso, stufo di quello spettacolo, il pubblico cominciò a fischiare in massa (tranne i tifosi blaugrana, ovviamente) lo sterile possesso palla catalano: un anticipo sulle critiche che circa 20 anni dopo verranno rivolte al gioco di posizione (volgarmente chiamato tiki-taka) del Guardiola allenatore.
Il blocco centrale della Samp: da questo intervento nasce la punizione decisiva.
La Sampdoria però non offriva opzioni migliori: completamente rinchiusa nella propria trequarti (altezza media delle palle recuperate pari a 28 metri, davvero pochi), era ormai priva di qualunque opportunità di contropiede. Eppure, ancora Lombardo, impressionante per tenuta atletica, al minuto 105 addirittura saltava 3 avversari, umiliando dal punto di vista atletico un ventunenne Guardiola.
E poi, poco altro, fino al famoso calcio di punizione: è impressionante guardare la reazione dei giocatori della Samp al fischio dell’arbitro. Mancini si lamentò immediatamente, Invernizzi non sembrava darsi pace e Vialli, in panchina, disperato si copriva gli occhi con un asciugamano. Tutto ciò prima che Koeman calciasse: eppure di punizioni ce n’erano state già altre, nel corso dei precedenti 111 minuti. Fino a quel momento la partita era stata in parità anche per l’IPO: il Barça aveva creato di più (ben 9 le parate di Pagliuca), ma la Samp era stata pericolosissima nelle sue poche sortite offensive (a fine partita il totale è di 80 a 63 per i catalani).
Non so se si possa attribuire una colpa, su quel magnifico gol: forse i tre blucerchiati furono poco reattivi e lenti a uscire dalla barriera; forse Pagliuca non avrebbe dovuto fare quel famoso saltello verso sinistra per vedere il pallone. Ma forse bisogna riconoscere i meriti a Koeman per una punizione straordinaria: quando ancora i palloni erano di marmo, riusciva a far viaggiare il pallone a una velocità di circa 112 km all’ora. Insomma, Pagliuca aveva a disposizione solo 88 centesimi di secondo (più o meno), per reagire a quel tiro.
Va riconosciuto a Koeman di essere stato un giocatore particolare e forse anche sottovalutato: è tuttora il difensore che ha segnato più reti, 193, in 535 partite. Nei minuti che seguirono, ci fu un assedio disordinato della Samp, con tutte le energie che c’erano; con molti spazi per il contropiede del Barça, e ancora un paio di grandi parate di Pagliuca.
Così il Barça vinse la sua prima Coppa dei Campioni: un momento decisivo, perché senza quella prima vittoria forse non sarebbero venute le altre (di quanta fiducia avrebbe goduto Cruijff, e la sua idea di calcio? E quanta credibilità avrebbe avuto, il Guardiola allenatore?). Per ricevere la coppa, i catalani cambiarono giustamente maglia, indossando quella classica blaugrana invece dell’arancione fluorescente.
Le lacrime disperate di Mancini, seduto sul campo da calcio, erano inevitabili perché consapevoli della fine di un ciclo. La sua partita fu piuttosto spenta, ma non per colpe specifiche (5 assist e 6 passaggi chiave sono molti, in una partita giocata quasi sempre nella propria metà campo): la Sampdoria scelse di giocarsi la finale concentrandosi molto, troppo sui pregi degli avversari. Riuscì a bloccare il Barcellona, è vero, ma di fatto si amputò di tutto il genio e la creatività di cui disponeva, e che Mancini rappresentava in pieno.
Chissà cosa sarebbe accaduto se la Samp avesse vinto quella finale, con un pizzico di spregiudicatezza in più: magari il Barça non sarebbe diventato quello che è ora; la Samp avrebbe continuato nel suo modello di progettazione razionale, anche dopo la morte di Mantovani, e sarebbe diventato un modello in Europa. Magari Mancini sarebbe diventato, da allenatore, l’incarnazione di quel modello, guidando i blucerchiati dalla panchina.
Quella sera di Wembley ci ha consegnato un altro epilogo, purtroppo: deve rimanere l’orgoglio per un grande sogno, quello sampdoriano, che incantò gli stadi di tutta Europa, ma che purtroppo mancò l’appuntamento decisivo. Alla Font de Canaletes, invece, festeggiarono tutta la notte; era un nuovo inizio per il Barça, e un nuova era stava per sorgere anche sulla città di Barcellona, che stava per essere cambiata per sempre dalle Olimpiadi del 1992.
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Genova, 24 maggio 1992. XXXIV G.
Sampdoria-Cremonese 2-2
Gualco al 24′ del p.t., Vialli al 6′ del s.t. [assist Mancini], Pari su rigore al 27′ del s.t., Marcolin su rigore al 28′ del s.t..
SAMPDORIA: Pagliuca, Bonetti D., Katanec (Silas dal 1′ del s.t.), Pari, Vierchowod, Lanna, Lombardo, Cerezo, Vialli (Buso al 7′ del s.t.), Mancini R., Bonetti I.. (12 Nuciari, 15 Mannini, 16 Orlando Alessandro).
CREMONESE: Rampulla, Gualco, Favalli, Piccioni, Bonomi M., Iacobelli, Giandebiaggi, Marcolin, Lombardini (Ferraroni dal 25′ del s.t.), Maspero, Florijancic (Chiorri dal 33′ del s.t.). (12 Violini, 15 Montorfano, 16 Garzilli).
Arbitro: Bettin di Padova.