Le partite della fase finale di coppa Italia giocate nei mesi di Giugno e Luglio 1985, in ordine cronologico. Di seguito tabellini, classifiche, video e vari estratti dai giornali dell’epoca.
Torino, 12 Giugno 1985 – Coppa Italia, quarti di finale (andata)
Torino-Sampdoria 0-0
TORINO: Martina, Danova, Francini, Galbiati, Caso [64′ Comi], Ferri I, Corradini, Beruatto, Schachner [64′ Mariani], Sclosa, Serena.
SAMPDORIA: Bordon, Pellegrini [23′ Paganin], Galia, Pari, Vierchowod, Renica, Scanziani, Souness, Mancini, Salsano [81′ Casagrande], Vialli [55′ Francis].
Arbitro: Casarin.
Genova, 19 Giugno 1985 – Coppa Italia, quarti di finale (ritorno)
Sampdoria-Torino 4-2
10′ Vierchowod, 51′ Francis (r), 60′ Francini, 62′ Comi, 64′ Francis, 89′ Mancini (assist Souness)
SAMPDORIA: Bordon, Pari, Galia, Casagrande [62′ Mancini], Vierchowod, Paganin, Scanziani, Souness, Francis, Salsano [64′ Renica], Vialli.
TORINO: Martina, Danova, Francini, Galbiati, Caso [56′ Schachner], Ferri I, Corradini, Beruatto, Mariani [56′ Comi], Sclosa [81′ Osio], Serena.
Sampdoria qualificata alle semifinali.
LaStampa 20/06/1985
SAMPDORIA: Bordon, Paganin, Galia, Pari, Vierchowod, Renica, Scanziani, Souness, Francis, Casagrande [52′ Salsano], Vialli [67′ Mancini].
Arbitro: Pairetto.
Arbitro: Casarin.
Milano, 30 giugno 1985 – Coppa Italia, Finale [andata]
Milan-Sampdoria 0-1
24′ Souness (assist Francis)
Milan: Terraneo, Baresi, Tassotti, Icardi, Battistini, Evani, Verza, Wilkins, Hateley, Scarnecchia (46′ L. Russo), Virdis – all. Liedholm
Sampdoria: Bordon, Paganin, Galia, Pari, Vierchowod, Pellegrini, Scanziani, Souness, Francis (63′ Mancini), Salsano (87′ Renica), Vialli – all. Bersellini
Arbitro: Redini (Pisa).
Quel Campionato, 1984/85 terminò con un verdetto inusuale per la “legge del Calcio Italiano” regalando una delle più belle favole mai scritte nella Storia dell’Italia pallonara. L’Hellas Verona, vinse con pieno merito il suo Scudetto disputando un Campionato perfetto, ma soprattutto regalando la sensazione che, almeno per una volta lo Sport e i diritti veramente acquisiti sul campo avessero la meglio sui vomitevoli “interessi” del Palazzo legati ai bacini di utenza delle solite squadre di comodo, quelle che di riffa o di raffa devono sempre e comunque vincere, perché il carrozzone deve fare cassa, vendere tante rosee, fare audience di “tifosi da tv” dalle anonime strisce verticali, quelli che per il 90% non ha mai messo piede dentro uno stadio.
Quelli che hanno anche il coraggio di riderti in faccia quando dici “Io sono Sampdoriano” senza nemmeno sapere cosa vuol dire portare dentro quei Colori per AMORE, difenderli a spada tratta da tutto ciò che è il loro male, sempre, senza pretendere di voler vincere, se non la semplice esigenza di vederli veleggiare su di un prato verde, e non conta contro chi o in quale categoria, basta vederli, basta sapere CHE ESISTONO! Questo è l’Orgoglio di chi Ama veramente e se ne fotte di tutto quello che si può dire al di fuori del proprio ambiente. Ma tutto ciò non è merce acquisita, è un connotato personale che nasce di riflesso alla propria Realtà, si radica indissolubilmente diventa parte di te e ti accompagna alla tomba dove meglio il più tardi possibile prima o poi si dovrà tutti arrivare.
Gli anni seguenti e soprattutto la storia recente ci ha purtroppo riportato con i piedi ben saldi per terra. Figure veramente ripugnanti come quelle dei vari Matarrese prima, Galliani, Sensi e Carraro dopo hanno fatto si che quella dolcissima stagione “anomala” rimase una meravigliosa parentesi da favola ripetuta solo nel 1991 con il nostro Scudetto. Quella stagione fu memorabile, e la SAMPDORIA disputò un Campionato di primissimo livello giocandosi addirittura il Titolo con la fantastica Formazione Scaligera fino a poche giornate dalla fine.
Alla fine finimmo quarti uguagliando il più alto piazzamento filo a lì raggiunto, quello della SAMPDORIA dell’Attacco Atomico di Alberto Ravano… ma io in quegli anni ero ancora nel mondo delle merendine, nell’Hiperspazio. La partita contro L’Atalanta che ci vide vittoriosi per 3-0 l’ultima giornata a Marassi ci proiettò in Europa in uno stadio colmo di Entusiasmo. Cori, cortei, canti si susseguirono fino a notte fonda… ma il bello doveva ancora venire. La Stagione era tutt’altro che terminata e la Felicità per la qualificazione Europea che faceva da riflesso alla fresca favola Tricolore degli Amici Gialloblù avrebbe dovuto comunque avere una coda degna dell’unicità di quell’annata.
Così si riprese a giocare per terminare con un autentico tour de force i 3 turni finali che avrebbero chiuso con la seconda competizione Nazionale quella parentesi Sportiva. Le tre doppie sfide si svolsero in un clima di travolgente entusiasmo, ancora fresco delle gesta sportive di Trevor Francis, di Charlie Champagne, del giovanissimo Luca Vialli, dell’”anziano” Capitan Scanziani (il quale purtroppo indossando quella lurida maglia dopo aver indossato quella più bella del Mondo ha rovinato il mio ricordo su di lui), di Roberto Galia, del Campione di Spagna Ivano Bordon del “Bimbo d’Oro” Roberto Mancini ancora troppo giovane per poter essere quello che poi sarebbe diventato e che è tutt’oggi riconosciuto dalla straripante maggioranza dei Sampdoriani, ovvero l’Immagine della SAMPDORIA nella Storia di tutti i tempi.
Era una SAMPDORIA bella, fresca e ben mixata fra giovanissime Grandi promesse e Grandi ed affermati Campioni sul viale del tramonto. I quarti contro l’odiato Toro e le semifinali contro la Fiorentina ci regalarono 4 partite gioiose condite da due ottimi pareggi esterni e due meravigliose vittorie interne, quelle che ci spalancarono le porte alla doppia finalissima contro il Milan di Liedholm, l’appuntamento allora più alto della Storia della SAMPDORIA.
E l’aria che si respirava non lasciava spazio a timori. Ero certo, SICURO che l’anno successivo sulla maglia blucerchiata ci sarebbe stata una coccarda tricolore, non poteva essere diversamente. Si trattava solo di godermi nel miglior modo possibile quel pezzo di Storia che avrebbe comunque scritto una delle più belle pagine della mia vita. Decisi con tutto me stesso di vivere quella doppia finale in prima fila…
L’incoscienza dei diciott’anni è disarmante, mette tenerezza ma è anche cocciuta se uno ci pensa col senno di poi.
In quei tempi ero studente, e l’anno scolastico non finì benissimo, tre materie a settembre, matematica, chimica e fisica, tre bestie nere sacrificate sull’altare della SAMPDORIA che occupava la vetta dei miei pensieri. I miei non erano molto contenti della mia “testa” di allora, ma ero così…non ci potevo far niente, per LEI sarei anche scappato di casa, e fidatevi che lo avrei fatto veramente.
Ero miscio scoppiato. Avevo speso tutti i miei risparmi per le trasferte di Torino e di Firenze, non avevo mille lire in tasca e come al solito il mio fottutissimo orgoglio mi impedì di chiedere anche solo 100 lire ai miei o a mio fratello. La partita di andata a San Siro era irrinunciabile e per l’occasione scese da Verona anche Luca, il mio Amico delle BGB fresco Campione d’Italia.
Partii in treno senza biglietto viaggiando nei cessi scappando abilmente dai controllori che svogliatamente percorrevano il convoglio. Arrivato a Milano Centrale presi il metrò scendendo al Lotto. 10 minuti a piedi ed eccomi a S.Siro dove cercai inutilmente Luca. Lo vidi dentro lo stadio, più tardi. Per entrare cercai qualche “compagno di avventura” per entrare senza biglietto, non era facile e quando vidi un gruppo di Sampdoriani che confabulavano fra loro mi scaraventai a cercare conforto.
Era proprio il mio anno quello! Insieme a loro c’era un ragazzo interista che ci mostrò un luogo dove scavalcare non era poi tanto difficile e dove era abbastanza facile eludere la sorveglianza. Mi feci coraggio e scavalcai, non fu difficile, saltai come un grillo….allora portavo la 44 di taglia, ero magro come un’acciuga e da incosciente non avevo paura di nulla.
Una volta dentro scappai con tutta la mia forza verso la prima rampa per paura di essere “acciuffato” e nell’arco di pochissimo tempo fui dentro. In pochi minuti mi trovai in mezzo alla bolgia. Fu una partita indimenticabile. La gioia si trasformò in delirio quando Charlie depositò morbidamente il pallone sulla sinistra di Terraneo. Vidi la palla insaccarsi nell’angolino e la rete nera della porta gonfiarsi. GOOOOOOLLLLLL!!!!!!!!!!
Scoppiò il finimondo! Urla, baci, abbracci, canti, sciarpe al vento fino al triplice fischio. Il resto dell’incontro si consumò senza alcun sussulto. Ormai nessuno ci avrebbe fermato, eravamo un rullo compressore. Il viaggio di ritorno fu il prosieguo di quella festa. Il controllore non si vide minimamente in quel treno-inferno saturo di vapori di alcool e “fumo”. La partita di ritorno… quella del Trionfo fu l’apoteosi.
scritto nel 2003 da Axel [tifoso sampdoriano]
Genova, 03 luglio 1985 – Coppa Italia, Finale [ritorno]
Sampdoria-Milan 2-1
41′ Mancini [r], 61′ Vialli, 66′ Virdis
Sampdoria: Bordon, Paganin, Renica, Pari, Vierchowod, Pellegrini, Scanziani, Souness, Mancini, Salsano (88′ Casagrande), Vialli – all. Bersellini
Milan: Terraneo, Baresi (77′ Evani), L. Russo (46′ Scarnecchia), Icardi, Di Bartolomei, Tassotti, Incocciati, Wilkins, Hateley, Battistini, Virdis – all. Liedholm
Arbitro: Agnolin (Bassano del Grappa)
Sampdoria vince la Coppa Italia.
Luglio 1985, la “prima volta”.
E’ impossibile che un Vero Sampdoriano che abbia vissuto quei tempi non ricordi quel giorno come il più bello vissuto al fianco dei 4 Colori. La SAMPDORIA di Paolo Mantovani, quel dì, iniziò a schiudere il suo bocciolo lasciando intravedere un fiore fantastico costituito da molti petali che da quel giorno per un ciclo durato quasi 10 anni ci regalò quelli che furono gli anni sportivi più belli e probabilmente irripetibili… se non altro perché vissi quell’epoca a cavallo dei 20 anni, i più belli dell’esistenza perché si lascia l’infanzia tuffandosi nell’età adulta con candida incoscienza e la consapevolezza di un lungo futuro, messo lì, davanti a noi.
Quella giornata iniziò al mare, di mattina presto, ai 5 Maggio di Quarto dove arrivai con la sciarpa al collo. Dentro c’erano i miei Amici di gradinata: Roberto, Angelo, Gippo, Lollo, tutti pazzi di eccitazione per quello che sarebbe accaduto in quella giornata. Feci il bagno in mare con la sciarpa. Ricordo una bellissima ragazza dai capelli scuri che si mise a sorridere nel vedermi tuffare con quel vessillo indossato. Naturalmente io mi avvicinai per spiegarle il motivo di quella sciarpa, lei annuii e mi fece un gesto di approvazione. Cercai di approfondire l’amicizia… ma il 2 di picche seppur cortese arrivò puntuale come la bolletta del telefono.
Chissenefrega! Quel giorno non c’era spazio per altro…c’era SOLO la SAMPDORIA, Fra poco parto, vado là alla Festa delle Feste… e il 2 di picche se lo beccano i rossoneri, pensai allegramente! Così fu. Una doccia, un panino, l’inseparabile sciarpa rigorosamente al collo, bandiera legata in vita e via! Esco dallo stabilimento, prendo il 15 e mi dirigo verso lo stadio sotto le note di “You spin me around” dei Dead or Alive, la top musicale del momento.
Fuori, nei balconi è tutta una bandierata; una città fasciata di blucerchiato. Negli anni successivi ne avremmo viste tante di feste come quella, ma quel giorno era la prima volta; fino ad allora non avevamo vinto nulla… proprio nulla, e il solo pensiero di quella Coppa alzata al cielo mi pareva un Sogno quasi impossibile. Arrivai allo stadio presto, penso prima delle 18. Volevo essere lì, al mio posto senza correre alcun rischio.
C’era Boso, nel parterre insieme agli altri Ultras che parlavano fra loro su come sistemare la Gradinata. I tamburi erano già ben sistemati, tutti in riga. Non mi permisi di entrare nei loro discorsi, chiesi loro se potevo aiutare… Boso mi disse “Tu pensa a cantare nan!” quella frase mi è rimasta impressa negli anni. Ma l’invito di Boso sarebbe comunque stato accolto anche se non me lo avesse fatto. Era impossibile, quella sera non cantare.
La partita ha regalato la festa che tutti aspettavamo. Il goal su rigore del Mancio sotto la Sud e poi il raddoppio del futuro gemello Vialli diedero il “la” alla Festa. L’inutile goal del milanista Virdis passò ai più inosservato. Ormai si attendeva solo il triplice fischio, quello che ufficializzava la fine di quel vuoto nella voce “Albo d’Oro”. I tre fischi non si fecero attendere ed un boato liberatorio salutò la fine di una Stagione da Favola.
Il Sogno è Reale: la SAMPDORIA ha vinto il Primo importante Trofeo della sua giovane Storia, a 39 anni di distanza dalla sua nascita. Siamo alla consacrazione. L’immagine di Scanziani che alza in cielo la Coppa Italia; il momento più atteso da tutti, quello che ogni Sampdoriano ha Sognato dal momento in cui si sarebbe capito che ce l’avremmo fatta.
Il giro di campo con la Coppa al cielo è stato salutato dai cinquantamila di Marassi con la Gioia che Voi potete ricordare…od immaginare se non avete avuto la fortuna di vivere quegli istanti di prima persona. Poi tutti fuori, a far festa fino all’alba.
Il ricordo è Piazza De Ferrari stracolma di Bandiere e di Sampdoriani in delirio. Io mi tuffai nella vasca, vagavo impazzito di gioia come una pallina da flipper fra via XX Settembre e Piazza De Ferrari. Ero ubriaco, pieno saturo di birra, non ricordo molto di quella festa proprio per il mio stato di ebbrezza ma posso dire di avere vissuto quelli istanti di Immensa Felicità in modo intensissimo e adesso, 19 anni dopo ricordo quel giorno, quella notte e i giorni che l’hanno preceduta come se fosse successo ieri.
E’ diventato bagaglio della mia Storia e non provo alcuna malinconia. Solo Gioia per un “pezzo di Storia” vissuto al fianco della SAMPDORIA. L’Amore non è cambiato, l’entusiasmo nemmeno. Ora ho 6 taglie in più di allora…ho la pancetta e qualche capello bianco (forse più di “qualche” ), ma se chiudo gli occhi e penso a quel 3 Luglio del 1985 è un attimo a ritornare un ragazzino incosciente che scavalca i cancelli pur di poter raggiungere i Colori che Ama.
E in 19 anni l’Amore che sento dentro per questi 4 Colori non è cambiato nel modo più assoluto, è cresciuto come sono cresciuto anche io, in questi anni; e continuerà a crescere ancora, anno dopo anno, decennio dopo decennio. Quel giorno non sapevo che in 10 anni avrei avuto gioie indescrivibili, non sapevo ancora che entro qualche anno avrei quasi toccato il tetto del Mondo con quei 4 Colori dello Spirito.
E’ successo. E sorridendo ancora oggi posso proprio confermare quello che scrisse qualche anno dopo il rapper Jovanotti. E’ proprio vero……”Sono un ragazzo fortunato perché mi hanno regalato un Sogno… sono fortunato perché non c’è niente che ho bisogno” Io Aggiungo… sono Sampdoriano… cosa voglio di più???
Life is Wonderful!
scritto nel 2003 da Axel [tifoso sampdoriano]