Genova, Domenica 1 Novembre 2020 ore 20:30 – serie A, 6° giornata
Sampdoria-Genoa 1-1
23′ Jankto, 28′ Scamacca
Sampdoria (4-4-2): Audero; Bereszynski, Yoshida, Tonelli, Augello; Jankto (39’ st Léris), Ekdal (21’ st Adrien Silva), Thorsby, Damsgaard (29’ st Candreva); Ramirez (21’ st Verre), Quagliarella (21’ st Keita Balde). A disp.: Letica, Ravaglia, Askildsen, Colley, Ferrari, La Gumina, Regini. All.: Ranieri
Genoa (4-3-2-1): Perin; Biraschi, Goldaniga, Zapata, Criscito (32’ st Pellegrini); Rovella, Badelj (28’ st Behrami), Lerager (41’ st Radovanovic); Zajc (41’ st Melegoni), Pandev; Scamacca (28’ st Pjaca). A disp.: Marchetti, Paleari, Bani, Destro, Ghiglione, Masiello, Parigini. All.: Maran
- Arbitro: La Penna
- Ammoniti: Quagliarella (S), Goldaniga (G), Thorsby (S), Ekdal (S), Jankto (S), Bereszynski (S)
Cronaca e commento
Dopo tre vittorie consecutive in campionato, più quella in coppa, la Samp di Ranieri si scontro contro il muro dei cugini genoani, prendendo un punto da non buttare, ma per come sono andate le cose lascia abbastanza amaro in bocca. Infatti, dopo un primo tempo equilibrato e terminato sull’1-1, e una prima metà di secondo dove nessuna delle due ha creato nulla di che, gli ultimi venticinque minuti si sono giocati a una porta.
Il mister ha confermato la squadra che aveva trionfato a Bergamo, con Jankto a destra, Damsgaard a sinistra e Ramirez a supporto (nella pratica mica tanto) di un Quagliarella troppo isolato. Maran ha optato per un 4-3-2-1, con Scamacca supportato da Pandev e Zajc. La Samp fino ai cambi di metà secondo tempo è sembrata in difficoltà nel creare situazioni pericolose davanti, poi la squadra si è sbloccata.
Il primo tentativo della gara è di Pandev al 4′, su sponda di Scamacca, ma la mira è imprecisa. Stessa sorte per un tiro di Ramirez al 21′, da posizione defilata, che termina alle stelle. Improvvisamente al 23′ la sblocca Jankto, che innescato da Ramirez in contropiede, “ara” la fascia, supera facilmente Criscito, rientrando verso il centro, e lascia partire un siluro di sinistro sul secondo palo. Un gol fantastico per il mancino della Repubblica Ceca.
Il vantaggio blucerchiato dura appena cinque minuti. Prima Audero, al 26′, salva miracolosamente su uno strano pallone colpito verso la propria porta da Thorsby, poi al 28′ Lerager, dalla trequarti, serve di testa Scamacca, che si allarga e si gira verso Audero calciando un diagonale potente, che il portiere riesce solo a toccare. Nell’occasione qualche responsabilità per Tonelli che lascia troppo spazio all’attaccante genoano. L’azione non sembrava di difficile lettura.
La partita a questo punto, come da tradizione si incattivisce e non succede più granché di pericoloso. Un tiro – cross di Jankto deviato in corner da Perin, un colpo di testa sballato di Thorsby su azione di calcio d’angolo, e un errore molto simile a quello del derby di Luglio da parte di Bereszynski che innesca l’azione del Genoa. Ma per fortuna dei doriani, Scamacca invece che provare il tiro serve di tacco Rovella, la cui conclusione dal limite è deviata in corner. Primo tempo che termina giustamente sul pari.
Nella ripresa c’è subito un tiro di Pandev al 4′, bloccato da Audero, poi dopo una fase in cui non succede quasi nulla, la Samp, anche sospinta dal contemporaneo ingresso di Silva, Verre e Keita Balde domina la scena e il Genoa si limita a difendere e provare a ripartire. Al 26′ Keita parte palla al piede e spara una bomba sul primo palo che Perin devia sul palo. Sul pallone arriva Damsgaard indisturbato, ma calcia con troppa fretta e metta a lato con la porta spalancata. Errore imperdonabile, ma per sua fortuna era comunque in fuorigioco.
Keita è scatenato e ci prova con un altro tiro potente ma centrale al 33′ che il portiere blocca a fatica in due tempi. Al 39′ e al 43′ ci prova Candreva, prima su punizione, poi su assist di tacco di Verre dal limite, ma in entrambi i casi la mira non è precisa. Sono le ultime emozioni di una partita che la Samp prova a vincere fino alla fine, senza trovare altri pertugi.
E’ un punto che allunga la striscia positiva, lascia la Samp nelle zone alte della provvisoria classifica e per il gioco c’è sempre poco da dire nei derby. Sono partite che fanno storia a se, dove quelli lì di solito ci mettono un agonismo esasperato e non ti permettono di giocare come in tutte le altre partite. Ma comunque i blucerchiati hanno dimostrato una superiorità tecnica indiscutibile e hanno chiuso la partita all’attacco, senza paura.
Le pagelle
Audero 6,5: un autentico miracolo in tuffo su un maldestro colpo di testa di Thorsby, poi prende gol in diagonale da Scamacca. Tocca il pallone, ma non riesce a deviarlo. Troppo potente e ravvicinato. Per il resto il Genoa non lo impegna seriamente e se la cava bene nei disimpegni coi piedi.
Bereszynski 6: gioca una partita da 6,5 abbondante risultando efficace sia in fase difensiva che in spinta. Crea una azione bellissima nel primo tempo che conclude con un ottimo pallone in mezzo, Purtroppo, sempre nella prima parte, commette una sciocchezza quasi identica a quella del derby di Luglio. Questa volta però il Genoa non segna.
Yoshida 7: partita perfetta, in cui il voto non è altissimo semplicemente perché il grado di difficoltà proposto dagli avanti del Genoa, non è eccelso. Molto bene anche nei lanci sempre precisi in avanti.
Tonelli 5,5: solita partita ricca di anticipi e giocate risolutive in area, macchiata pesantemente da una cattiva lettura sull’azione del pareggio genoano, e poi una palla persa malamente a inizio secondo tempo, che sarebbe potuta costare molto cara. I generale sembra un pò in difficoltà con Scamacca, che lo sovrasta in altezza.
Augello 7-: fa tutto quello che vorresti facesse un terzino. Difende, si propone chiedendo il triangolo, va al cross con una precisione vista in pochi sinistri in tanti anni che seguo la Samp. Solo un errore in disimpegno nel secondo tempo, (passaggio sbagliato a Silva), che innesca una delle rare azioni genoane.
Jankto 7+: partita diligente fino al 23′, quando inventa un gol meraviglioso per preparazione e conclusione. Nella ripresa si mette ancora in evidenza per cross interessanti e recuperi di palla. Si conferma un giocatore importante, nonostante lo scetticismo di quasi tutti i doriani in questi anni. Leris 6: entra bene mettendo un cross interessante e porgendo un ottimo pallone di testa al centro. Ma l’arbitro gli fischia un fallo inesistente.
Thorsby 6: prova generosa come sempre, ma meno brillante del solito. Anche lui perde un pallone assassino nel secondo tempo che da il via al contropiede rossoblù. Rischia anche un’autorete clamorosa, ma per fortuna Audero ci arriva.
Ekdal 6+: è sembrato atleticamente più in palla che in altre esibizioni. Non fa cose eccelse, ma non sbaglia nulla. Silva 6,5: a parte un pallone sbagliato a centrocampo, entra davvero bene in partita, andando a prendersi la palla dalle retrovie e sventagliando sulle fasce, o addirittura proponendosi in percussione. Meriterebbe spazio dall’inizio e credo che presto lo vedremo negli undici titolari.
Damsgaard 6-: gara senza acuti determinanti, ma comunque molto brillante per la sua proverbiale rapidità. Purtroppo rovina la prestazione divorando l’occasione della vittoria. Un pallone a porta vuota su cui serviva più freddezza, ma è giovane e migliorerà. I replay poi chiariranno che si trovava in fuorigioco, quindi l’errore non è stato determinante sulla partita. Candreva 6: entra voglioso di vincerla e appare fisicamente recuperato dopo l’infortunio. Ha due occasioni dalla distanza che però non conclude come sa.
Ramirez Pereyra 5: prestazione del tutto incolore. Non ne azzecca praticamente una e quando riesce a liberarsi lo ferma il secondo o viene steso. In soldoni non accende mai il gioco, a parte in occasione dell’apertura per Jankto, che si invola. Si segnala maggiormente per contrasti e svariate discussioni con avversari e arbitro. Verre 6+: buon impatto sulla partita, con tocchi di classe, anche illuminanti. Gli manca solo il tiro.
Quagliarella 5,5: sarebbe anche da 5, ma ha l’attenuante che nessuno lo innesca mai decentemente. Quasi invisibile. Keita Balde 6.5: continua a essere terribilmente sfortunato, pur avendo una evidente voglia di spaccare tutto. Colpisce un palo, anche per merito di Perin, poi si mette in evidenza più volte mettendosi in condizione di ricevere palla.
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