Ruud Gullit (Sampdoria 1993/94 e 1994/95)

Nato ad Amsterdam l’1 Settembre 1962. Ruolo: attaccante / trequartista.

Centrocampista offensivo, era in grado di disimpegnarsi anche come seconda punta e mezzala, nonché nel ruolo di libero, ricoperto durante la militanza nel PSV. Il suo punto di forza era l’eccezionale prestanza fisica, che lo rendeva molto abile in progressione e molto potente nel tiro in porta, così come nel colpo di testa.

Dopo le giovanili nel DWS, una società di Amsterdam, esordisce precocissimo nella squadra dell’Haarlem, in cui tra i 17 e i 19 anni colleziona ben 101 presenze e 36 reti. Nel 1982 passa al Feyenoord dove in tre stagioni gioca 109 partite segnando 45 reti ed esplode definitivamente con la maglia del PSV Eindhoven in cui in appena due stagioni arriva a numeri da vero fuoriclasse: 53 gol in 75 partite. Con queste ultime due squadre vince anche tre volte il campionato olandese e una la coppa nazionale.

Acquistato da Milan nell’estate del 1987 (anno in cui vince il pallone d’oro) per la cifra, all’epoca record di 13,5 miliardi di lire, gioca con la maglia rossonera fino alla stagione 1992/93, vincendo l’impossibile: tre campionati, tre supercoppe e una coppa Italia a livello nazionale, più due coppe dei campioni, due supercoppe europee e due coppe intercontinentali, a livello internazionale. In queste sei stagioni disputa 157 partite segnando 52 reti. Tantissimi gli assist e le giocate risolutive, ma anche qualche infortunio (salta quasi completamente la stagione 1989/90).

Stagione 1993/94

Il 14 luglio 1993 si trasferisce alla Sampdoria, in un mercato in cui arrivano anche altri due grandi come Platt e il compagno di tante vittorie rossonere, Evani, per quella che risultò essere la quadra forse più forte dopo quella dello scudetto.

Chiaramente enorme l’entusiasmo della tifoseria a poco più di un anno dalla cocente delusione di Wembley col Barcelona e dopo una stagione, quella del 1992/93, disputata con una rosa piuttosto rinnovata, e chiusa fuori dalla zona europea per il secondo anno consecutivo.

Gullit in Estate viene provato nel ruolo di libero per poi esser (quasi subito) spostato da Erikson in posizione più avanzata, vicino a Mancini, in condizione, parole sue, di fare “quello che gli pareva”. Sfruttava soprattutto le fasce da cui faceva partire anche ottimi assist per i compagni. 

Gullit e l'addio alla Sampdoria: «Dovevo lasciare l'Italia»

Anche con i blucerchiati si impone come uomo-squadra: segna tanto e sforna azioni offensive a ripetizione. Già in un triangolare a fine Luglio, con Udinese e Milan, affonda i rossoneri segnando dopo due minuti di partita e propiziando il raddoppio con un assist al bacio per Lombardo.

Grazie anche al suo contributo, la Sampdoria conduce un campionato di vertice chiudendo al terzo posto (secondo miglior risultato di sempre), e con la conquista della quarta (e ultima) Coppa Italia. La sua perla più memorabile resta la rete della vittoria in Samp-Milan 3-2, in una clamorosa rimonta da 0-2. Uno dei gol per cui ho più gioito (e credo non solo io) da quando tifo Doria.

Ruud, nei panni del grande ex, sigla sul 2-2 uno straordinario gol vittoria, mix di precisione e potenza. Nel commentare la partita per TMC, Boskov, arrampicandosi lungo una delle sue colorite quanto improbabili metafore, aveva parlato del fuoriclasse olandese come di “cervo che esce di foresta”.

Un altro gol capolavoro lo segna contro il Torino (1-0):

Perla memorabile anche con l’Atalanta (3-1). Quella sera fu doppietta per lui:

In azione personale contro il Foggia (6-0). Talmente forte da far sembrare tutto molto semplice.

Terminata la stagione torna al Milan, in tempo per vincere, ad Agosto, un’altra Supercoppa italiana, contro la stessa Samp, ai calci di rigore. Ma in Autunno, dopo 14 presenze e 4 gol, rompe con la società rossonera e chiede una nuova cessione.

Stagione 1994/95

Il 10 novembre 1994 i rossoneri lo cedono a titolo definitivo e gratuito alla Sampdoria, che gli corrisponde un ingaggio lordo di 3 miliardi di lire, in cambio del prestito al Milan del centravanti Alessandro Melli. Inizialmente una parte della tifoseria lo accoglie tiepidamente visto l’addio di qualche mese prima, dopo una stagione vissuta insieme alla grande.

Ma poi torna in campo e spazza via ogni strascico estivo. Assist per Lombardo contro il Torino (1-1), gol del pareggio (2-2) negli ultimi minuti a Firenze, doppietta al Cagliari (5-0) e così via. Tuttavia, la squadra non gira più magicamente come l’anno prima e anche il suo rendimento conosce delle pause non presenti nella prima stagione. Chiude comunque con altre 9 reti e 5 assist in appena 22 partite, confermando la sua importanza in fase offensiva. Non partecipa alle partite di Coppa delle Coppe, dove la Samp si ferma in semifinale ai rigori, perché già tesserato in Europa col Milan.

Riepilogo numerico nella Sampdoria:

24 dei suoi 25 gol in serie A con la Sampdoria:

Dopo l’esperienza italiana, il 31 maggio 1995 si trasferisce al Chelsea. In Inghilterra arretra il suo raggio d’azione, giocando da difensore centrale, ruolo che ricopriva a inizio carriera. L’anno seguente assume la doppia carica di allenatore-giocatore dei blues, portandoli alla conquista della FA Cup, diventando il più giovane allenatore nonché il primo non britannico a conquistare questo trofeo. Il 12 febbraio 1998 oltre a dimettersi dalla guida tecnica della squadra si ritira pure dal calcio giocato, all’età di 36 anni, per dedicarsi completamente alla carriera di allenatore. Con la squadra londinese chiude a quota 51 presenze e 7 gol.

Dal 1981 al 1994 ha giocato con la nazionale dei Paesi Bassi, con cui ha vinto un campionato europeo (1988) e collezionato 66 presenze e 17 gol.

fonti: ManicomioBlucerchiato, Wikipedia e Transfermarkt.

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