Roberto Galia (Sampdoria 1983-1986)

Nato a Trapani il 16 marzo 1963, ha giocato sia come terzino (sinistro), che come centrocampista. Cresce calcisticamente nel Como ed esordisce in Serie A il 10 maggio 1981 in Como-Napoli 0-1.  Coi lariani centra una salvezza (decisivo un suo gol all’ultima giornata), una retrocessione in B e una promozione sfiorata). Per lui 65 presenze e 6 reti in questa prima esperienza ancora giovanissimo.

Stagione 1983/84

Nel Luglio 1983 viene acquistato dalla Samp. A parte in rari casi Ulivieri lo schiera sempre titolare e nonostante gli appena vent’anni, se la cava bene. Va segno contro il Campania in coppa Italia e realizza il gol della vittoria in casa della Juve in campionato.

Stagione 1984/85

Con l’avvento di Bersellini perde in parte la titolarità, ma gioca comunque abbastanza. La sua giornata di gloria arriva a Febbraio, quando nel 3-0 alla Roma regala l’assist a Vialli per l’1-0 e realizza con un gran tiro il 2-0 su passaggio di Francis.

Stagione 1985/86

Nell’ultima stagione gioca ben 39 partite tra campionato e coppe, di cui 31 da titolare. Realizza la sua quarta e ultima rete in maglia blucerchiata contro la Roma, nella finale di andata. Il suo è il gol vittoria (2-1), su assist di Mancini.

Rendimento numerico nella Sampdoria

Nell’estate 1986 passa poi all’Hellas Verona allenata da Osvaldo Bagnoli, che lo sposta davanti alla difesa. Resta in gialloblu per due stagioni collezionando 77 presenze e 10 reti. Nell’estate 1988 passa alla Juventus, con cui gioca per sei stagioni vincendo una Coppa Italia nel 1990 (segna il gol decisivo nella finale di ritorno contro il Milan), e due Coppe UEFA. Chiude l’esperienza in bianconero con 225 presenze e 11 reti.

Nel 1994 a trentuno anni passa all’Ascoli, con cui rimane solo fino a novembre 1994 (7 presenze), e poi chiude con un triennio al Como (67 presenze e 1 rete), squadra con cui aveva iniziato la carriera. Il primo anno retrocede dalla Serie B alla Serie C1, dove disputa gli ultimi due tornei. 

In Nazionale gioca 3 volte durante la gestione Sacchi  a cui vanno aggiunte 12 partite con l’Under-21  e altre 12 (un gol al Portogallo) con la selezione olimpica nel biennio 1986-1988.

Così in un’intervista del Marzo 2019: “Rientro nel gruppo dei giovani che la Sampdoria stava acquistando da varie società, Mantovani insieme al direttore Nassi stavano allestendo una squadra per cercare di vincere qualche cosa, cominciando da giocatori che stavano già facendo dei campionati di Serie A.”

Mantovani disse che era stato un errore mandare via Galia: “Lo scrissero anche sui giornali, Mantovani lo disse apertamente, è una ferita che è rimasta ancora aperta. Conoscendolo di persona e conoscendo la famiglia posso dire che sono persone eccezionali. Il fatto di Mantovani me lo disse Pezzotti quando ci vedemmo più avanti. Mi disse: “Guarda non so come dirtelo ma Boskov si era sbagliato fra te e Scanziani”. Quando me lo disse pensai che la strada da fare era quella.

30 ottobre del 1983, la Sampdoria vinse a Torino contro la Juve grazie anche ad un goal di Galia: “Mi ricordo, marcavo un giocatore di una certa qualità che si chiamava Platini, fu una grande soddisfazione vincere a Torino. In quel periodo facevamo grandi prestazioni anche fuori casa, poi magari in casa qualche risultato meno positivo. Sono stato bene dappertutto, a Genova ho comunque passato dei begli anni con dei ragazzi della mia età, anzi, io stavo con quelli un po’ più vecchi, come Scanziani, come Bordon che abitavano nel mio stesso palazzo. Abbiamo avuto due grandi allenatori, Ulivieri e Bersellini.”

Finale di Coppa Italia, a proposito di goal pesanti, un goal all’andata ma anche un rigore al ritorno per un fallo su Tovalieri: “Giocammo due finali in due anni consecutivi, facendo grandi prestazioni, specialmente a Milano, poi con la Roma giocammo bene ma furono più bravi loro. C’era stato anche il caso della squalifica del direttore sportivo, abbiamo rischiato di arrivare primi anche perdendo la finale. Poi passammo alla Coppa delle Coppe, che perdemmo poi con il Benfica, diciamo che la Sampdoria incominciava a fare un tragitto importante a livello europeo, sono stato contento di aver vissuto quel momento, aver partecipato al primo trofeo di quella grande società, rimarrà sempre dentro di me. Un gruppo che stava crescendo e che poi fece vedere di cosa era capace.”

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