Nato ad Avellaneda (Argentina) il 14 Giugno 1975, è stato un centrocampista offensivo. Si mette in luce, appena diciannovenne con la maglia dell’Indipendiente, squadra della sua città e nella quale era cresciuto calcisticamente, con cui disputa in due stagioni 68 partite realizzando 8 gol e vincendo due supercoppe sudamericane. In mezzo anche una parentesi in prestito alla Platense (14 presenze e 1 rete), dove giocava un certo Trezeguet.
Stagione 1997/98
Nell’Estate 1997 la Sampdoria, su indicazione dell’allenatore argentino Menotti, che lo aveva già allenato in patria, lo acquista per la cifra di quasi 8 miliardi di lire, e gli regala un contratto quinquennale. Arrivato nella squadra blucerchiata dopo il passaggio di Mancini alla Lazio, e i media lo indicano come suo potenziale erede per gli anni a venire. In realtà si trattava di un giocatore con caratteristiche differenti. Non seconda punta, ma trequartista. Nella parentesi blucerchiata gioca infatti sempre dietro a due attaccanti: Klinsmann, o Tovalieri, con Montella. In pratica del “Mancio”, aveva preso solo la pesante maglia numero dieci.
La squadra esce subito dalla coppa Uefa, ma in campionato parte bene. Morales gioca sempre titolare e segna nell’1-1 con la Juve.
Poi qualcosa s’inceppa, arrivano le sconfitte, Menotti viene esonerato, e con il ritorno di Boskov in panchina, “Matute” (questo il suo soprannome) non viene più preso in considerazione, pare anche e soprattutto per comportamenti poco professionali. Gioca solo uno spezzone di partita a Firenze a inizio Gennaio. L’allenatore dello scudetto, alla domanda su Morales, risponde emblematicamente: “E’ un buon giocatore. In campo e in panchina sono tutti uguali, per me. E anche dalla panchina si può imparare”
Rendimento numerico nella Sampdoria
A Gennaio chiede di essere ceduto e ottiene il trasferimento in prestito alla squadra spagnola del Mérida nel mercato di riparazione. Nell’Estate viene invece ceduto in Argentina, al Racing Club, e in cambio, oltre a circa un miliardo di lire, arriva una “meteora” ancora più clamorosa: il centrocampista Cordoba. Con la squadra di Avellaneda torna titolare (32 presenze, 7 reti) e fa ripartire la sua carriera.
Negli anni successivi (1999-2006), gioca in tre squadre messicane: Cruz Azul, Veracruz (con Camoranesi) e Dorados (con Guardiola). Qui trova la sua giusta dimensione in un calcio di profilo leggermente inferiore. Chiude la carriera tornando in Argentina, militando con Banfield, Olimpo e Huracan. In mezzo anche un biennio nel Nacional Montevideo (Uruguay), dove fece tutto sommato bene.
Ha collezionato diverse presenze nelle nazionali giovanili argentine, fino ad arrivare, da giovanissimo, a quella maggiore anche se solo per una convocazione.
fonti: ManicomioBlucerchiato, Wikipedia e Transfermarkt.